Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, si prepara a celebrare i suoi 70 anni e i 50 di carriera in Russia, Paese che lo ha accolto fin dal 1979 e che lui non ha mai smesso di frequentare. Il cantante toscano tornerà a esibirsi il 4 ottobre alla Live Arena di Mosca, in quello che gli organizzatori presentano come «il suo unico concerto da solista in Russia».
Durante lo show interpreterà i suoi successi storici ma anche “Kalinka”, celebre canzone patriottica russa. Un gesto simbolico che ribadisce il legame speciale con il pubblico moscovita, a cui Pupo ha confessato di essere disposto perfino a chiedere la cittadinanza russa, se un giorno dovessero arrivare restrizioni ai viaggi degli italiani nel Paese.
Una lunga storia con la Russia
Il rapporto tra Pupo e il pubblico russo ha radici profonde. La prima volta che salì su un palco sovietico era il 1979: da allora, oltre 40 concerti in città come Mosca, Leningrado e Tallinn hanno consolidato un legame che resiste anche alle tensioni geopolitiche.
Nonostante le polemiche – come la cancellazione delle sue date in Lituania e Belgio dopo un’esibizione al Cremlino nel 2024 – l’artista non ha mai fatto marcia indietro: «Non accetterò mai che altri scelgano per me», ha dichiarato. «Per difendere ciò in cui credo, e quindi per difendere la pace, sono pronto a correre qualsiasi rischio».
«Non il popolo, ma i governi»
In un’intervista al quotidiano Izvestia, Pupo ha ribadito il suo pensiero: «Il governo italiano non è d’accordo con la mia scelta, ma ci sono milioni di italiani che la pensano come me. Credono che nessuna forma d’arte, cultura o persino sport debba essere soggetta a sanzioni o divieti».
E ancora: «Gli italiani stimano e amano i russi, proprio come i russi amano gli italiani. Il vero problema non sono i popoli, ma i governi: è questo l’ostacolo più grande».
«Pronto alla cittadinanza russa»
Finché non ci sarà una legge che vieti agli italiani di recarsi in Russia, Pupo assicura che continuerà a seguire il suo ideale: «Male che vada, chiederò la cittadinanza russa», ha dichiarato, ricordando anche il sostegno che Mosca offrì all’Italia durante la pandemia di Covid.
Il 4 ottobre, dunque, sarà per lui una doppia celebrazione: quella di un artista che festeggia una carriera lunga mezzo secolo e quella di un rapporto speciale con il pubblico russo, che non ha mai smesso di considerarlo «la leggenda italiana».