“Ci sono i numeri e i record; dopo 48 anni un italiano torna a trionfare in uno slam, il primo azzurro nella storia che vince il primo major della stagione, il più giovane tennista nato in Italia vincitore degli Australian Open a 22 anni e 165 giorni.
Il secondo più giovane in assoluto dopo Djokovic, che vinse l’edizione del 2008, Sinner ha battuto Medvedev per la quarta volta consecutiva, nel match più importante. Jannik ha vinto in rimonta sotto di due set contro Danil che giocava la sua sesta finale slam e che ha perso di nuovo, dopo la sconfitta con Nadal sempre a Melbourne, avanti due set a zero sfiorando la vittoria, per poi perdere per sfinimento.
C’è il trionfo di un ragazzo che ha battuto tre dei Top 5 nello stesso torneo consecutivamente, dai quarti alla finale. Con lui ci sono riusciti solo Federer e Djokovic . Ci sono numeri e statistiche impressionanti, ma c’è molto di più.
L’importanza della vittoria di un bravo ragazzo, educato, umile, resiliente al punto di dimenticare subito una pallina finita in rete o un errore per ripartire daccapo e arrivare all’obiettivo senza se e senza ma.
I valori della gente di Sesto Pusteria, dove è cresciuto già dovendo scegliere tra essere uno sciatore oppure un tennista. Per questo ha ringraziato i suoi genitori, che non gli hanno impedito nessuna scelta sul suo futuro. Quando Jannik pensò di lasciare lo sci agonistico da ragazzino aveva ragione.
Un discesista può rompersi, farsi male e pregiudicare la stessa carriera. Un tennista dopo un errore di dritto o di rovescio può rifarsi grazie al punto successivo. Ripartendo subito.
Hanspeter, il papà di Sinner, faceva l’allenatore della squadra locale di calcio e durante un match sostituì il figlio, stava giocando non benissimo. Da ragazzino i valori dell’equilibrio, della consapevolezza, dell’etica e della giustezza hanno sempre fatto parte del suo dna.
La forte autocritica con il labiale durante il match in finale a Melbourne, quando dice al suo angolo “Sono morto”, quando era sotto di due set, parla chiaro. Consapevolezza e reazione. Mai paura.
Quante volte diciamo “non esistono i giovani di una volta”, i Mennea, i Benvenuti, i Valentino Rossi, le Federica Pellegrini, invece sì, Jannik è un giovane esempio di trionfo, successo, correttezza, umiltà.
Ci voleva il suo successo come orgoglio dello sport italiano ma anche per smettere di dire “non ci sono più i ragazzi di una volta “.
Fantastico, immenso, normale.
Un bravo ragazzo ha vinto : Jannik Sinner.”