Giro d’Italia 2022: le novità e i pronostici

Ha inizio la 105esima edizione del Giro d'Italia, tra novità e pronostici. Ne parliamo con Pier Bergonzi de La Gazzetta dello Sport.

Questa mattina a Radio Kiss Kiss abbiamo parlato della 105esima edizione del Giro d'Italia 2022 che partirà oggi.




Per parlarci delle tappe, delle novità e di pronostici è intervenuto Pier Bergonzi, vicedirettore de La Gazzetta dello Sport:

Puoi darci qualche anticipazione prima della partenza del Giro d'Italia?
«Beh, le partenze del Giro hanno sempre qualcosa di magico. Una corsa che si svilupperà per 21 giorni e 3500 km con 52mila metri di dislivello. Se ci si pensa, sembra una cosa pazzesca. Partire con una bicicletta e fare il giro dell'Italia. Partire dall'Ungheria, da Budapest, rientrare in Italia dalla Sicilia e risalire tutta la penisola fino Verona. Siamo alla 105esima edizione, ma il Giro si fa da 113 anni. Inoltre, ci sono poesia e magia anche perché la bicicletta è uno degli oggetti che è cambiato meno in oltre un secolo. Si tratta anche dell'unico sport che arriva direttamente nelle case senza chiedere il biglietto. Il Giro d'Italia è veramente unico e non c'è nessun altro evento che rappresenti meglio l'Italia.»

Quante cose sono cambiate rispetto allo scorso anno?
«Beh, intanto il sellino telescopico. Se sei un biker, sai che è fondamentale. Matej Mohoric ne aveva uno e gli consentiva di abbassare o alzare la sella consentendogli una posizione talmente aerodinamica che gli ha consentito di andare in vantaggio e vincere.»

Perché non mettere il sellino telescopico come obbligo nel Giro?
«Ma no, perché per prima cosa è una scelta, e poi utilizzarlo in discesa, raggiungendo quella velocità in mezzo al gruppo, comporta comunque una certa pericolosità.»

Per lei, quali sono le tappe più particolari quest'anno?
«Ne dico almeno tre: quella che si fa in Abruzzo con il doppio passaggio sul Blockhaus, che è una salita importante; poi quella dell'Aprica con il Mortirolo, che forse è la salita più impegnativa; e la penultima tappa che ha l'arrivo in salita, in cima alla Marmolada, un'altra delle salite iconiche e leggendarie del Giro.»

Ce lo fa un pronostico?
«Faccio due nomi: l'ecuadoriano Carapaz e, quello del cuore, Vincenzo Nibali.»

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