Il balcone di casa come palcoscenico, una padella e un sorriso disarmante: così Ruben Bondì, 29 anni, romano, è diventato uno dei volti più seguiti del food online. Da oggi, 21 ottobre, lo chef e creator lancia in libreria Daje che è pronto (Mondadori), un libro che racchiude ricette semplici e veloci, ma anche un racconto di vita e di crescita personale. In occasione dell’uscita, Leggo lo ha intervistato: un dialogo sincero sul lavoro, i social e la voglia di restare autentico.
«La mia cucina è veloce, ma non di fretta»
Bondì, diventato celebre per i video girati sul balcone con pochi utensili e tanta creatività, chiarisce subito il suo approccio:
«La velocità non è una gara contro il tempo. È un modo per dire che si può mangiare bene anche quando si torna a casa tardi. Non si tratta di cucinare di corsa, ma di godersi il momento».
Nel suo nuovo libro raccoglie piatti “last-minute” ma gustosi: mini kebab speziati, pollo fritto in agrodolce, rigatoni al pesto di menta e melanzane. Tutte ricette nate dalla vita reale, più che da una cucina professionale.
Dalla gavetta ai social
Dietro al sorriso che vediamo online c’è un percorso lungo e faticoso:
«Ho iniziato a 15 anni in un ristorantino sotto casa, poi sono passato da locali romani fino a un hotel a cinque stelle a Londra. È stata una scuola durissima».
Oggi che la sua carriera è legata ai social, ammette di provare nostalgia per la cucina “vera”:
«Quel ritmo, la brigata, la pressione… un po’ mi mancano. Ma i social mi hanno dato una libertà diversa. Non è paragonabile, però richiede un impegno enorme».
«Sui social c’è ansia, ma bisogna restare coerenti»
Come molti creator, anche Bondì sente la pressione di produrre costantemente contenuti nuovi:
«Quando penso di cambiare solo per fare numeri, mi dà fastidio. L’innovazione è importante, ma senza snaturarsi. Io voglio restare coerente con quello che sono».
Un equilibrio che trova grazie al confronto con le persone più vicine:
«Parlo con la mia agenzia, la famiglia, gli amici. A volte bastano due parole per ritrovare la direzione».
Ispirazioni e sogni futuri
Tra gli chef che più ammira cita Antonino Cannavacciuolo e Gianfranco Pascucci, ma confessa di non avere un modello assoluto:
«Cerco ispirazione da tanti, non voglio diventare la copia di nessuno».
Il futuro? È già in parte televisivo, con tre programmi in onda sul canale 33 (Cucina in balcone, Cucina al mare, Cucina al mercato). Ma i social, dice, «restano parte della mia identità».
«Non interpreto un personaggio»
Nonostante il successo, Ruben Bondì tiene a sottolineare la propria autenticità:
«Io sono quello che la gente vede. Non faccio un personaggio. Devo tutto a chi mi segue, cambiare significherebbe tradire la loro fiducia».
E quando gli chiedono quanto costa averlo come personal chef, preferisce scherzare:
«Il prezzo non lo dico! (ride) Mi arrivano tante richieste, anche se ho meno tempo di prima. Ma cucinare nelle case delle persone resta una delle cose che amo di più».
Un giovane chef che ha saputo trasformare un balcone romano in una cucina virale, senza perdere la semplicità di chi sa da dove è partito. Daje che è pronto è il suo modo per dire che la buona cucina — come la buona vita — non ha bisogno di complicazioni, ma di passione vera.