Fabio Rovazzi torna con un nuovo singolo, Red Flag, in collaborazione con Paola Iezzi e Dani Faiv, un brano che mescola ironia e verità sui rapporti sentimentali di oggi. L’artista, che si definisce «un ibrido» tra musica, cinema e televisione, racconta in un’intervista al Corriere della Sera, le sue red flag personali, il successo travolgente di Andiamo a comandare e il rapporto scherzoso con Orietta Berti.
“Attenzione agli amori pericolosi”
In Red Flag le “bandiere rosse” diventano il simbolo delle relazioni nate con il piede sbagliato. «Era un’idea che avevo in testa da tempo – spiega Rovazzi – siamo passati tutti da frequentazioni sbagliate e mi piace scherzarci sopra. Anche se non ci poniamo mai il dubbio di essere noi stessi le red flag di qualcun altro».
Per lui, la prima bandiera rossa da riconoscere è «l’estremo controllo», mentre ammette che una compagna vegana potrebbe essere “complicata” per un carnivoro come lui: «Ho fatto anche un corso per cucinare la carne alla francese, a bassa temperatura».
Tra Paola Iezzi e Dani Faiv
Di Paola Iezzi dice: «È una regina della dance e del fascino. Compensa la bruttezza mia e di Dani: grazie a lei diventiamo un trittico normale». Con Dani Faiv, amico di lunga data, condivide aneddoti esilaranti: «In aereo fa sempre la Settimana Enigmistica, ma è un disastro con i cruciverba e urla chiedendo le soluzioni. Una volta ho chiesto a una hostess di ritirargliela».
Dal boom di “Andiamo a comandare” alla vita di oggi
Il successo improvviso del 2016 lo ha segnato: «È stato come vincere alla lotteria, ma senza andare fuori di testa grazie alle persone accanto a me». Cresciuto in una famiglia di medici e biologi, ha lasciato la scuola in quarta liceo: «Mia madre non l’aveva presa bene. All’epoca ero completamente matto, ma forse per essere un artista bisogna esserlo un po’».
“Orietta Berti? Una trapper”
Sul presunto vizio di arrivare in ritardo, attribuitogli da Orietta Berti, risponde con ironia: «Come al solito aveva voglia di fare polemica. Ormai Orietta si comporta come una trapper, fa i dissing finti per finire sui giornali».
Con Red Flag, Rovazzi conferma la sua voglia di non farsi incasellare: «È un vantaggio perché posso spaziare, ma è anche un problema, in Italia piacciono le etichette chiare».