Filippo Turetta avrebbe dato l’assenso ad un trasferimento rapido in Italia. Il 22enne, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, si trova attualmente nel carcere di Halle in Germania. E’ stato arrestato sabato notte in autostrada, vicino Lipsia, dopo una settimana in fuga. La procedura di estradizione sarà veloce, al massimo quarantott’ore. Il giovane, su cui pendeva un mandato di cattura europeo, aveva finito soldi e carburante e all’arrivo degli agenti non avrebbe opposto resistenza. Gli inquirenti sono al lavoro anche per stabilire se il delitto sia stato premeditato: sul computer di Filippo, infatti, sono emerse ricerche di itinerari in Austria e su kit di sopravvivenza in montagna.

Si attende, intanto, l’esito dell’autopsia sul corpo di Giulia che dovrebbe avvenire nelle prossime. La ragazza sarebbe stata uccisa con almeno venti coltellate al parte alta del corpo e sembra che fosse già morta prima di essere abbandonata in un dirupo vicino al lago Barcis, in provincia di Pordenone. Il punto in cui è stato rinvenuto il cadavere si trova a centinaia di chilometri di distanza rispetto a Fossò, il luogo dell’aggressione, dov’è stato trovato un coltello spezzato che verrà analizzato per stabilire se si tratta dell’arma del delitto. La salma di Giulia verrà poi restituita ai suoi cari che domenica, assieme a tremila persone, hanno partecipato ad una fiaccolata di solidarietà a Vigonovo. La sorella Elena in una lettera al Corriere della Sera scrive: “Non si parli di mostro per i figli della cultura dello stupro che legittima il comportamento degli uomini e lede la figura della donna” e il padre Gino “Non provo rabbia né odio, ma penso solo che Giulia non c’è più”.

La ragazza avrebbe dovuto discutere la tesi giovedì scorso all’università di Padova: “Avrà la sua laurea in ingegneria” annuncia la ministra Bernini e lo conferma anche la rettrice Maddalena Mapelli: “Definiremo quando possibile, con la famiglia, tempi e modalità di una cerimonia”.