The Ugly Stepsister: il film horror che trasforma i canoni estetici in incubo

Una rilettura oscura della fiaba di Cenerentola che esplora le pressioni estetiche attraverso il body horror.

The Ugly Stepsister è una rilettura horror della fiaba di Cenerentola, diretta dalla regista norvegese Emilie Blichfeldt. Il film, che ha già scosso il pubblico del Nord Europa, arriva nelle sale italiane il 30 ottobre, giusto in tempo per Halloween. Al centro della narrazione c’è Elvira, la sorellastra di Cenerentola, interpretata da Lea Myren, che si sottopone a dolorose trasformazioni fisiche per conformarsi a ideali di bellezza irraggiungibili.

Una fiaba trasformata in incubo

Elvira è una giovane donna che sogna di conquistare il cuore del principe Julian. Quando viene annunciato un grande ballo a palazzo, vede in esso l’opportunità per realizzare il suo desiderio. Tuttavia, la presenza della sorellastra Agnes, di straordinaria bellezza, rappresenta un ostacolo insormontabile. Spinta dalla madre, Elvira si sottopone a una serie di interventi estetici estremi: le vengono cucite ciglia finte direttamente sulle palpebre, il naso viene rimodellato con uno scalpello e, per perdere peso rapidamente, le viene somministrata una tenia. Queste pratiche, sebbene portate all’estremo nel film, trovano riscontro in metodi realmente utilizzati in passato per aderire a standard di bellezza imposti dalla società.

Il body horror come critica sociale

La regista Emilie Blichfeldt si ispira alla versione dei fratelli Grimm della fiaba di Cenerentola, in cui le sorellastre si mutilano i piedi per calzare la scarpetta. Attraverso il genere del body horror, il film esplora la “tirannia della bellezza” e le pressioni psicologiche che spingono le donne a sottoporsi a procedure estetiche estreme. Le trasformazioni corporee di Elvira diventano metafore delle insicurezze e delle paure individuali, in linea con la tradizione di registi come David Cronenberg. 

Una critica al patriarcato e agli ideali di bellezza

The Ugly Stepsister offre una prospettiva innovativa sulla fiaba di Cenerentola, spostando l’attenzione su Elvira e sulle dinamiche di una società patriarcale che impone alle donne canoni estetici irrealistici. Il film mostra come queste pressioni possano portare a comportamenti autodistruttivi nel tentativo di conformarsi a ideali imposti. La regia di Blichfeldt è efficace nel rappresentare queste tematiche, rendendo il film un’opera significativa nel panorama horror contemporaneo.

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