The Mastermind: un viaggio nel fallimento e nella disillusione americana

Il nuovo film di Kelly Reichardt, 'The Mastermind', esplora il fallimento e la disillusione americana attraverso la storia di un furto d'arte negli anni '70.

‘The Mastermind’, l’ultimo lavoro della regista Kelly Reichardt, ci trasporta nel Massachusetts degli anni ’70, raccontando la storia di J.B. Mooney, un ebanista disoccupato che pianifica un furto d’arte destinato al fallimento. Il film, distribuito da Mubi, si distingue per il suo stile rétro e una narrazione che riflette sulla disillusione americana.

Un colpo d’arte destinato al fallimento

J.B. Mooney, interpretato da Josh O’Connor, è un padre di famiglia disoccupato che decide di rubare quattro quadri del pittore astrattista Arthur Dove da un museo locale. Per realizzare il colpo, recluta un gruppo di complici inesperti, ma il piano si rivela fallimentare, costringendo J.B. a una fuga disperata attraverso gli Stati Uniti. La trama si sviluppa sullo sfondo delle proteste contro la guerra in Vietnam, offrendo uno sguardo critico sulla società americana dell’epoca. 

Uno stile cinematografico rétro e minimale

Reichardt adotta uno stile volutamente antimoderno e antispettacolare, con una fotografia dalle tonalità vintage curata da Christopher Blauvelt e una colonna sonora jazzistica di Rob Mazurek. Il film si concentra sulle sfortune di un antieroe borghese, presentando una narrazione lineare e quieta che culmina in un twist finale. La regista si sofferma sulla fase in cui tutto per J.B. va a rotoli, evidenziando la sua totale inadeguatezza nel ruolo di capo banda di rapinatori di opere d’arte.

Un ritratto della disillusione americana

‘The Mastermind’ offre una satira sociale riferita a quegli hippie sistemati che osservano J.B. e le sue gesta con ipocrita e schifata bonomia ideologica. Il protagonista è una figura ambigua, capace di scippare una vecchietta per tirare su qualche soldo come di lasciare i figli piccoli da soli in un centro commerciale per il lungo tempo del furto da compiere. La regista concentra la sua attenzione sulla disillusione e sul fallimento, offrendo un ritratto realistico e dettagliato di un’epoca e di un personaggio sopraffatto dalle ombre gerarchicamente più in alto di lui. 

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