Quattro miliardari del settore tecnologico si riuniscono in uno chalet di montagna per discutere del futuro del pianeta, mentre una crisi globale si intensifica a causa delle loro stesse creazioni. Il film “Mountainhead”, scritto e diretto da Jesse Armstrong, offre una satira pungente sul potere e l’avidità dei magnati della tecnologia.
Un cast stellare per una critica sociale
Il film vede protagonisti Steve Carell, Jason Schwartzman, Cory Michael Smith e Ramy Youssef nei panni di quattro magnati della tecnologia. Venis (Cory Michael Smith) è il fondatore di Traam, un social network che genera fake news tramite intelligenza artificiale. Jeff (Ramy Youssef) ha creato Bilter, un’AI in grado di individuare le fake news. Randall (Steve Carell) è il mentore del gruppo, mentre Hugo, detto Souper (Jason Schwartzman), è il meno ricco del gruppo e cerca di guadagnare terreno con la sua app di meditazione.
Una trama che riflette la realtà attuale
Durante il loro incontro, i quattro seguono le notizie di catastrofi globali causate dalle loro stesse tecnologie. Invece di cercare soluzioni, discutono su come sfruttare il caos per aumentare ulteriormente le loro ricchezze. Randall, malato e timoroso della morte, propone di utilizzare l’AI per rendersi immortale caricando la sua coscienza in un cloud. La situazione degenera quando considerano l’idea di un colpo di stato globale per prendere il controllo del mondo.
Una satira pungente sul potere delle Big Tech
Mountainhead si presenta come una potente e pungente critica contemporanea al potere smisurato e incontrollato detenuto dai magnati della tecnologia. Il film analizza in modo lucido e implacabile come l’avidità, l’arroganza e l’egoismo di pochi individui possano generare conseguenze devastanti non solo per i singoli, ma per l’intera umanità. Ambientata interamente in un’unica location, la narrazione si sviluppa con intensità crescente, mantenendo costantemente alta la tensione e l’attenzione dello spettatore. Attraverso dialoghi serrati e scelte narrative mirate, la pellicola mette in evidenza l’enorme impatto che le decisioni di una ristretta élite possono avere sul destino collettivo, portando alla luce temi urgenti e quanto mai attuali.