Carlo Verdone: “L’Intelligenza Artificiale è la morte del cinema e dell’arte”

"Stiamo attenti anche agli algoritmi che determinano il finale di un film o di una serie." Il pensiero di Carlo Verdone sull'I.A. nel cinema.
L’attore e regista romano ha dato pieno appoggio allo sciopero che si sta svolgendo negli Stati Uniti

Carlo Verdone si è espresso sull’Intelligenza Artificiale nel cinema e non lo ha fatto certo con parole lusinghiere. Ospite del Giffoni Film Festival, l’autore romano è stato intervistato sullo sciopero che sta tenendo banco negli Stati Uniti, in cui sono coinvolti tantissimi attori e sceneggiatori.

Era da ben 60 anni che le due categorie non si impegnavano spalla a spalla in una protesta di queste dimensioni. Tra gli altri, ci sono coinvolti nomi come quelli di Meryl Streep, George Clooney, Jennifer Lawrence, Charlize Theron, Joaquin Phoenix, Olivia Wilde e Ewan McGregor. Interi cast di film stanno disertano i red carpet, come successo di recente per l’anteprima di Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan.

Alla base di questo sciopero, oltre alla richiesta da parte di attori e sceneggiatori di maggiori compensi derivanti dalla fruizione in streaming, c’è l’Intelligenza Artificiale. Il timore, infatti, è che questa sostituisca il lavoro degli artisti, scrivendo al posto loro o alterando la loro immagine in modo scriteriato e non autorizzato.

È d’accordo Carlo Verdone, che ha commentato gli eventi in modo chiaro. “Concordo con gli attori americani, hanno ragione. L’Intelligenza artificiale è la morte del cinema, della tv e dell’arte.” – ha esordito l’autore di Compagni di scuola.

“Se arrivassimo al punto in cui l’Intelligenza Artificiale replicherà la mia immagine all’età di 38 anni, non accetterei mai” – ha proseguito Carlo Verdone. Non solo il problema dell’immagine degli attori, ma anche la scrittura affidata alle nuove tecnologie: “Stiamo attenti anche agli algoritmi che determinano il finale di un film o di una serie. Non è giusto, significherebbe la fine dell’autorialità.”

Insomma, una posizione nettissima quello di Carlo Verdone, che ha infatti concluso: “Questo sciopero è sacrosanto: se le sceneggiature le scriveranno l’IA noi attori non ci saremo.”

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