E’ di circa 1.000 morti e 5.600 feriti, il bilancio dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza, secondo quanto fanno sapere le autorità sanitarie palestinesi. Attacchi, la scorsa notte, su Sabra, Al Nafaq e Khan Younis, tra Gaza e Jabalya colpiti numerosi obiettivi di Hamas che ha risposto con il lancio di razzi verso il sud e il centro d’Israele, compresa la zona larga di Tel Aviv che include l’aeroporto Ben Gurion.
Centrato da un missile l’ospedale di Ashkelon, le vittime israeliane sono finora 1.200, 3.000 i feriti, razzi anche verso il Libano dopo l’attacco ad una postazione israeliana rivendicato da Hezbollah. Uccisi nove membri dello staff delle nazioni unite e cinque di croce e mezzaluna rossa.
Hamas ha ancora una sessantina di ostaggi, due li avrebbe liberati, ma non questo potrebbe non bastare ad evitare l’operazione di terra che, tuttavia, non è ancora partita. L’assedio alla Striscia di Gaza continua, in esaurimento il carburante per i generatori di corrente, mancano cibo e medicinali. L’Egitto -dopo un consulto con Usa e altri paesi- ha proposto un cessate il fuoco di sei ore per consegnare aiuti umanitari che passerebbero attraverso il valico di Rafah.
Intanto è stato raggiunto l’accordo tra il primo ministro israeliano Netanyahu e il leader dell’opposizione Gantz per un governo di emergenza nazionale. Lo stesso Gantz (che ha esperienza nell’esercito) sarà anche parte della ristretta cabina di comando delle operazioni di guerra.