Scrivere un romanzo è il sogno di molti, ma spesso ci si trova davanti a ostacoli e dubbi. A Good Morning Kiss Kiss, la writing coach Cristina Mantione ha condiviso la sua esperienza e i suoi consigli per chi ha un manoscritto nel cassetto. Ecco cosa è emerso dall’intervista.
Scrivere è per tutti? Le prime domande da porsi secondo Cristina Mantione
Durante la diretta su Radio Kiss Kiss, Cristina Mantione, editor e writing coach, ha affrontato subito una delle domande più frequenti tra chi sogna di scrivere un libro: “Scrivere è per tutti?”
La risposta di Mantione è stata chiara:
“Scrivere è per tutti, in un certo senso: si può partire da un resoconto della giornata, da ciò che ti appassiona, fino ad arrivare a un romanzo. Però, secondo me, la vera domanda è: per chi scriviamo? Lo facciamo per noi stessi o abbiamo davvero qualcosa da raccontare agli altri?”
Secondo la coach, quindi, la motivazione personale è fondamentale, ma è altrettanto importante chiedersi se si ha davvero una storia da condividere con il pubblico.
Mantione ha sottolineato che spesso tutti ci sentiamo un po’ scrittori, ma la scrittura di un libro è un processo complesso che richiede consapevolezza e preparazione.
“È una domanda fondamentale, da porsi prima di iniziare a scrivere un libro, perché si tratta di qualcosa di molto complesso”, ha spiegato.
Questo primo passo, secondo l’esperta, aiuta già a fare chiarezza sulle proprie intenzioni e sulle reali possibilità di portare a termine il progetto.
Gli errori più comuni degli aspiranti scrittori e come evitarli
Un altro tema centrale dell’intervista è stato quello degli errori più frequenti commessi dagli autori alle prime armi. Cristina Mantione ha spiegato:
“Durante le sessioni di writing coaching rispondo sempre: dipende. Dipende dal grado di conoscenza di chi scrive, perché se una persona ha già seguito corsi o letto manuali di scrittura, tenderà a fare certi errori piuttosto che altri. C’è chi pianifica e chi scrive di getto: diciamo che esistono errori tecnici ed errori di percezione.”
Tra gli errori di percezione, Mantione ha evidenziato come spesso nella mente dell’autore la storia appaia perfetta, ma al momento di scriverla emergano blocchi e difficoltà.
“La mente tende a riempire i vuoti per darsi un’idea di completezza, giusto?”, ha osservato.
Sul piano tecnico, invece, uno degli scogli principali è il punto di vista e la focalizzazione:
“Da quali occhi raccontiamo la storia? Ci sono i pensieri del personaggio o no? Ecco, questa è una delle difficoltà maggiori.”
Per capire se un manoscritto può funzionare, Mantione suggerisce due strade:
“Ci sono vari modi: uno più informale e uno tecnico. Esistono lettori forti che amano leggere di tutto e adorano farlo in anteprima — sono i beta reader —, e ti dicono: mi piace, non mi piace, questo punto non è chiaro. In alternativa, ci si può affidare a una scheda di valutazione redatta da un editor o da un agente letterario, che analizza punti di forza, criticità e commerciabilità del testo.”
Il ruolo dell’editor, la differenza con il correttore di bozze e l’uso dell’intelligenza artificiale
Nel corso dell’intervista, Cristina Mantione ha chiarito anche la differenza tra editor e correttore di bozze, un aspetto spesso frainteso da chi si avvicina per la prima volta al mondo della scrittura.
“Vedo spesso persone che offrono servizi di editing ma in realtà si limitano a togliere refusi: quello è il lavoro del correttore di bozze. L’editor, invece, si occupa del contenuto: coerenza, ambientazione, personaggi, conflitto, genere, punto di vista, focalizzazione, semantica. Tocca quella che, come diciamo a Roma, è la ‘ciccia’, la parte interna, non la forma.”
Mantione ha poi usato una metafora per spiegare il ruolo dell’editor:
“È come il sommelier del libro: assaggia per capire se è giusto, ma non interviene al posto dell’autore. L’editor è un po’ come Morfeo in Matrix: ti mostra la soglia, ma sei tu a doverla attraversare.”
L’editor, quindi, non riscrive il testo, ma indica dove sono gli errori o le criticità, lasciando all’autore il compito di intervenire.
Infine, si è parlato anche di tecnologia e intelligenza artificiale come supporto alla scrittura. Pur non entrando nei dettagli, Mantione ha sottolineato l’importanza di distinguere tra strumenti utili e il lavoro creativo, che resta sempre e comunque nelle mani dell’autore.
L’intervista si è conclusa con i ringraziamenti dei conduttori e con la promessa di sottoporre a Mantione i loro stessi manoscritti per un parere professionale.
