Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato dei prezzi dei biglietti aerei con l’avvocato Massimiliano Dona, presidente Unione Consumatori.
Buongiorno Massimiliano, bentornato! Qual è il trucco per pagare meno i biglietti aerei che avete scoperto voi?
«Grazie a voi, buongiorno a tutti! Il trucco è quello di ingannare l’algoritmo. I sistemi informatici sono ormai talmente raffinati da consentire alle compagnie aeree di aumentare i prezzi se sanno che siamo maggiormente interessanti a un certo volo o anche se siamo più ricchi secondo l’algoritmo. Lui scopre molte cose con la nostra navigazione, ad esempio dove siamo residenti, ma anche se abbiamo già volato per quella destinazione, può comprendere se si tratta di un acquisto per lavoro o per vacanza. Questo lo scopre a seconda dell’orario e del giorno in cui andiamo a fare quella prenotazione. Per cui, tendenzialmente, ritiene che se compriamo un volo durante la settimana, è un volo di lavoro; se invece prenotiamo nel weekend, stiamo organizzando una vacanza. Cambia i prezzi perché se è un volo di lavoro, devo partire necessariamente in quella data, quindi può farmi un prezzo più alto. Almeno così pensa l’algoritmo. Invece, se è una vacanza, il consumatore può scegliere la soluzione che preferisce.»
E può anche rinunciare.
«Esatto. Ma la cosa più inquietante è che pare che gli algoritmi sappiano anche se sto usando uno smartphone, un tablet o un computer. Si presume che chi possiede un telefono di una marca prestigiosa possa essere più incline a spendere di più rispetto a chi ha un telefono più antico. Se un computer è fisso o portatile ci dice tante cose sul consumatore.»
Allora come si può bypassare questo inghippo?
«Innanzitutto, si può provare a ingannare l’algoritmo, lo dico scherzosamente. Se si hanno due dispositivi in casa, si può provare ad acquistare il volo con il meno performante. Molto più seriamente, si può navigare nei siti in modo anonimo o cancellare la memoria di quel dispositivo. Queste piattaforme scoprono se ho già cercato altri preventivi, se ho fatto anche altre ricerche. E capiscono se sono motivato per viaggiare verso una certa destinazione.»
Una ascoltatore ci dice che utilizza una VPN.
«Esatto, un superconsumatore! La VPN serve per anonimizzare l’utente, quindi per nascondere il luogo da cui mi connetto e nascondere altri dati. Ma non è da tutti la VPN, è un po’ per “smanettoni”. Però può essere una soluzione. Ma anche semplicemente cancellare la cache e la cronologia di navigazione può aiutarci.»
Ma che fine ha fatto la privacy? Non ci sono delle multe? Possiamo dire che è illegale questa cosa.
«L’autorità antitrust ha appena aperto un’istruttoria, quindi non possiamo ancora pronunciarci. Ma sta indagando su grosse compagnie low cost per capire se usano in modo scorretto i nostri dati. Però, purtroppo vi devo dare una brutta notizia: i primi a danneggiare la nostra privacy siamo noi quando clicchiamo ferocemente accettando tutto senza leggere. Insomma, un minimo di attenzione in più ci aiuterebbe a spendere di meno.»
Grazie di tutte le informazioni presidente!
«Kiss Kiss a voi!»