Caso Microsoft: cosa è successo dopo il down dei sistemi in tutto il mondo

Il 19 luglio un aggiornamento Microsoft ha causato un crash dei sistemi informatici a livello mondiale, provocando disagi negli scali aeroportuali, nelle banche e in altri servizi essenziali

Oggi in Good Morning Kiss Kiss abbiamo parlato con l’imprenditore digitale Matteo Flora a proposito del blocco informatico che qualche giorno fa ha colpito i sistemi Microsoft in tutto il mondo.

Stamattina stiamo parlando di quello che per gli esperti è stato il peggiore incidente informatico della storia. Per capire se ne siamo usciti veramente o bisogna aspettare abbiamo in diretta con noi l’imprenditore digitale Matteo Flora. Buongiorno Matteo, bentornato!

Buongiorno a voi!

La prima domanda che abbiamo per te è questa. È davvero successo qualcosa al software a livello mondiale oppure qualcuno ha commesso un errore?

È un mix delle due cose. È successo che un aggiornamento ha rotto le installazioni di milioni di computer in giro per il mondo, ma quell’aggiornamento così com’è non sarebbe dovuto uscire dal produttore.

È successo il 19 luglio, però sembra di capire che ci siamo ancora degli strascichi. O è tutto rientrato?

Gli strascichi sono ancora diversi. Fino a un paio di giorni fa la società Delta Air Lines, che è stata la più colpita, ha lasciato a terra 5.000 voli. Il fatto è che il malfunzionamento di un software si è rivelato un problema fisico. Ovvero le macchine che sono state coinvolte sono andate fisicamente a spegnersi. Deve quindi esserci una persona che sta lì a farli ripartire in una modalità particolare, cancella un certo file e poi appunto li riavvia. Questo è molto semplice se si parla di ufficio, ma quando i computer sono incasellati all’interno di posti difficilmente accessibili, tutto diventa un problema soprattutto logistico.

Quindi ci vuole qualcuno che vada a spegnere e riaccendere tutti i computer e inserire quella stringa che li faccia ripartire

Pensate ai luoghi dove non vediamo un computer, ma c’è. Magari nei tabelloni sospesi a metri di altezza o all’interno di macchine mediche, dove non c’è una tastiera vera e propria perché tutto è controllato da una consolle diversa. A ciò si aggiunge il fatto che la maggior parte delle aziende non ha così tanti addetti che fisicamente possono muoversi.

Poi c’è un altro allarme che è un problema nel problema. Perché quando si verificano questi crash ci sono anche gli hacker. Di fatti, la CrowdStrike ha raccomandato a tutti di effettuare le comunicazioni tramite siti ufficiali poiché ci sono gli hacker che fanno phishing. È vera questa cosa?

Assolutamente sì. Ci sono centinaia di migliaia di domini che sono stati registrati e offrono una “soluzione” scaricando un programma che risolve il problema, ma mette all’interno altri contenuti che non vogliamo.

Per chiudere, è possibile aspettarci problemi simili in futuro o trarremo insegnamenti da questo disastro?

L’informatica si evolve su problemi, come quasi tutte le discipline. Di sicuro lascerà uno strascico di miglioramento continuo. In qualunque sistema controllato da un computer l’idea di un crash è comunque da mettere in conto e forse alcuni non erano pronti a un’eventualità di questo tipo.

Grazie Matteo, kiss kiss a te!

Grazie a voi.

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