Tra qualche giorno, il 30 novembre, Woody Allen raggiunge un traguardo speciale: i suoi 90 anni. Un compleanno che, come ammette lui stesso, non ha mai avuto un particolare significato per lui, ma che, data l’importanza, potrebbe riservare qualche sorpresa. In un’intervista esclusiva con Il Corriere della Sera, Allen rivela come intende trascorrere la giornata: «Spero solo che il giorno in cui compirò 90 anni potrò trascorrerlo in modo tranquillo e senza imprevisti e andare avanti così in buona salute». Nonostante la sua lunga carriera, il regista non smette mai di guardare avanti, con progetti in cantiere e nuove idee per il grande schermo.
Il primo romanzo
Una delle novità più significative per Allen in questo periodo è l’uscita del suo primo romanzo, Che succede a Baum?, pubblicato in Italia dalla Nave di Teseo. Quando gli viene chiesto quanto c’è di lui nel protagonista, Allen non esita a rispondere: «Tutte le storie sono inventate, ma la prospettiva e le idee riflettono le mie. I sentimenti nei confronti dei personaggi sono miei». Tuttavia, l’autore chiarisce subito che le somiglianze con la propria vita sono solo superficiali: «Non ho un fratello, non vivo in campagna, non sono un romanziere fallito, non ho mai avuto un’amante trasferita in Nuova Zelanda per diventare una pastorella: è tutto inventato». Sulle reazioni americane al libro, Allen ammette di non essere troppo coinvolto: «Non ne ho idea, non leggo le recensioni e non ho ancora incontrato qualcuno che lo abbia letto».
Ostracismo negli USA
Un tema delicato che emerge durante l’intervista è la difficoltà che Allen ha incontrato nell’essere accolto dal mondo dei media americani. Nonostante la sua fama internazionale, afferma con disarmante sincerità: «Ho fatto alcuni podcast, ma non sono mai apparso in televisione. Nessun programma mi ha invitato». Questo ostracismo si riflette anche nella sua carriera cinematografica, con il regista che lamenta le difficoltà nel trovare finanziamenti per i suoi progetti. «Anche se fossi un regista low-cost, avrei bisogno di quindici milioni di dollari per realizzare il mio film e, sebbene sia quasi una miseria per gli standard di oggi, è comunque difficile ottenerli».
Il sentimento di un’America divisa
Quando gli viene chiesto di commentare la situazione politica negli Stati Uniti, Woody Allen non esita a esprimere la sua opinione. «Lo spirito americano è fondamentalmente democratico e non soccomberà alle tendenze autoritarie di questa particolare amministrazione», afferma, concludendo che «penso che andrà tutto bene». Tuttavia, non nasconde la sua sorpresa di fronte al successo dei repubblicani alle elezioni politiche e riconosce che, nonostante il suo sostegno a Kamala Harris, la democrazia americana rimane un sistema aperto a cambiamenti.
Il ruolo del cinema e le critiche alla cultura woke
Allen, noto per la sua predilezione per storie intime e psicologiche, non si è mai avventurato in temi politici troppo espliciti. Quando gli viene chiesto se girerebbe un film sul presidente Trump, risponde: «Non sono mai stato un regista politico e non ho intenzione di occuparmi di una politica che cambia di giorno in giorno». Riguardo alla cultura woke e alla cancel culture, si esprime con fermezza: «Penso che qualsiasi movimento che contribuisca in modo positivo alle persone sia sano, mentre la cancel culture è semplicemente stupida».
Un ritorno in Italia?
Per quanto riguarda il suo legame con l’Italia, un paese che ha sempre apprezzato, Woody Allen non nasconde il suo desiderio di tornare a lavorare qui. Dopo aver visitato il nostro paese, il regista afferma con entusiasmo: «Potrei essere molto felice di girarci un film perché è uno di quei Paesi in cui è bello trascorrere del tempo». Il ritorno in Italia sembra quindi essere un’ipotesi concreta, soprattutto considerando la bellezza dei luoghi e l’amore che Allen ha sempre avuto per la nostra cultura.
Il Cinema e la guerra in Ucraina
Un altro argomento che non poteva mancare nell’intervista riguarda il conflitto in Ucraina e la posizione di Allen. Nonostante alcune polemiche sollevate in passato sui suoi elogi al cinema russo e sulla possibilità di girare un film a Mosca, Allen ha chiarito la sua posizione sulla guerra, ribadendo il suo sostegno all’Ucraina. «Credo sia molto importante per noi del mondo dell’arte cercare di non lasciare che il predominio bellico abbia la meglio», ha spiegato, sottolineando la necessità di mantenere vivi gli scambi culturali tra i popoli, anche nei momenti di conflitto.
A 90 anni, Woody Allen continua a guardare avanti, pur consapevole delle difficoltà che affronta, sia nel trovare finanziamenti per i suoi film, sia nel farsi accettare dal mondo dei media. Ma la passione per il cinema e la scrittura è ancora viva e il regista non sembra intenzionato a fermarsi. La sua intervista si conclude con un accenno ai progetti futuri: «Ho un paio di idee cinematografiche molto forti che vorrei girare negli Stati Uniti», ma la speranza di trovare il supporto economico rimane la sua principale sfida. L’amore per l’arte e la curiosità di esplorare nuovi temi non lo abbandonano mai, e a 90 anni Woody Allen sembra più che mai determinato a continuare a raccontare storie.
