L’attore tedesco Udo Kier è morto all’età di 81 anni. Con una carriera che abbraccia oltre cinque decenni e più di 200 film, Kier è stato un volto iconico del cinema europeo e internazionale, noto per le sue interpretazioni intense e spesso inquietanti.
Le collaborazioni con Andy Warhol e il cinema underground
Negli anni ’70, Udo Kier ha raggiunto la notorietà grazie alla collaborazione con Andy Warhol e il regista Paul Morrissey. In "Il mostro è in tavola… barone Frankenstein" (1973) e "Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!" (1974), Kier ha interpretato rispettivamente il barone Frankenstein e il conte Dracula, offrendo performance che hanno lasciato un segno nel cinema underground dell’epoca. Questi film, caratterizzati da una fusione di horror ed erotismo, hanno consolidato la sua reputazione come attore capace di incarnare personaggi complessi e disturbanti.
Il sodalizio con Lars von Trier
A partire dalla fine degli anni ’80, Kier ha iniziato una lunga collaborazione con il regista danese Lars von Trier. La loro partnership è iniziata con "Epidemic" (1987) e si è estesa a film come "Europa" (1991), "Le onde del destino" (1996), "Dancer in the Dark" (2000), "Dogville" (2003), "Melancholia" (2011) e "Nymphomaniac: Vol. II" (2013). In queste opere, Kier ha spesso interpretato ruoli secondari ma memorabili, contribuendo a definire l’estetica provocatoria e innovativa del cinema di von Trier.
Partecipazioni al cinema italiano e internazionale
Oltre alle collaborazioni con Warhol e von Trier, Kier ha lavorato con numerosi registi di fama internazionale. In Italia, ha collaborato con Dario Argento in "Suspiria" (1977), interpretando il dottor Frank Mandel, e successivamente in "La sindrome di Stendhal" (1996) e "La terza madre" (2007). Negli Stati Uniti, ha recitato in film come "My Own Private Idaho" (1991) di Gus Van Sant, "Ace Ventura: l’acchiappanimali" (1994), "Armageddon" (1998) e "Blade" (1998). La sua versatilità gli ha permesso di spaziare tra generi diversi, dal cinema d’autore al mainstream, mantenendo sempre una presenza scenica distintiva.
