Trump: “I giorni di Maduro sono contati” ma esclude una guerra con il Venezuela

Donald Trump dichiara che il presidente venezuelano Maduro "ha i giorni contati", ma non conferma l'ipotesi di un intervento militare. Tensioni crescenti nei Caraibi e accuse di narco-stato al governo venezuelano.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ritiene che i giorni di Nicolás Maduro alla guida del Venezuela siano ormai «contati», ma ha escluso la possibilità di un conflitto diretto con il Paese sudamericano. Lo ha dichiarato in un’intervista al programma 60 Minutes della CBS, registrata venerdì e trasmessa domenica, rispondendo alle domande della giornalista Nora O’Donnell sul crescente dispiegamento militare americano nei Caraibi.

«Lo dubito. Non credo che ci sarà una guerra», ha detto Trump, «ma il Venezuela si è comportato molto male con noi, e non solo per la questione della droga».

Il presidente ha poi ribadito le accuse secondo cui il regime chavista avrebbe svuotato carceri e ospedali psichiatrici per inviare criminali e malati mentali negli Stati Uniti. Alla domanda se credesse che Maduro abbia «i giorni contati» come leader, Trump ha risposto semplicemente: «Credo di sì», senza aggiungere ulteriori dettagli.

Attacchi extragiudiziali nel Mar dei Caraibi

Dal 2 settembre, gli Stati Uniti hanno condotto almeno 16 attacchi extragiudiziali contro imbarcazioni nel Mar dei Caraibi e nel Pacifico, accusate — senza prove fornite pubblicamente — di trasportare droga verso il territorio statunitense. Secondo fonti locali, 64 persone sarebbero rimaste uccise e solo tre sarebbero sopravvissute.

L’amministrazione Trump ha inizialmente giustificato queste operazioni come parte della “guerra ai cartelli della droga”, ma le azioni militari hanno alimentato sospetti su un possibile obiettivo politico: la caduta di Maduro. Washington accusa infatti il presidente venezuelano di essere a capo di un “narco-Stato” e ha raddoppiato la ricompensa per la sua cattura, portandola a 50 milioni di dollari.

Escalation militare nel Mar dei Caraibi

Gli Stati Uniti mantengono attualmente una flotta di dieci navi da guerra e circa 10.000 soldati nella regione, affiancati da jet F-35. Nei prossimi giorni è previsto anche l’arrivo della portaerei USS Gerald Ford, la più grande e moderna della Marina americana, con a bordo 5.000 militari.

Sabato scorso, un nuovo attacco statunitense ha colpito una presunta “narcolancha” nel Mar dei Caraibi, uccidendo tre persone. Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha dichiarato che l’imbarcazione era «gestita da un’organizzazione designata come terrorista», riferendosi a gruppi come il venezuelano Tren de Aragua e diversi cartelli messicani, ma senza fornire ulteriori dettagli o prove.

Il Dipartimento della Difesa ha diffuso sui social il video del missile che colpisce la barca, confermando così una strategia di comunicazione aggressiva e volta a mostrare il pugno di ferro dell’amministrazione Trump.

Con la tensione alle stelle tra Washington e Caracas, l’intervista di Trump ha solo confermato la linea dura della Casa Bianca: nessuna guerra dichiarata, ma una crescente pressione militare e politica per spingere Nicolás Maduro verso l’uscita di scena.

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