“Sotto il vestito niente” compie 40 anni: il thriller-moda che fotografa gli anni Ottanta

Il thriller di Carlo Vanzina celebra il suo 40° anniversario: ecco alcune curiosità e retroscena sulla pellicola.

Il film diretto da Carlo Vanzina, uscito nel 1985, rappresenta uno dei titoli più emblematici del cinema italiano degli anni Ottanta: ambientato nella Milano “da bere”, nel mondo dell’alta moda e del lusso sfavillante, il film indaga la scomparsa di una modella americana e le conseguenti indagini tra passerelle, fotografie e segreti. 
La sceneggiatura, curata anche da Franco Ferrini, è liberamente tratta dal romanzo omonimo di Marco Parma (pseudonimo di Paolo Pietroni). 

Curiosità e stile

Il film si distingue per aver miscelato registri diversi: da un lato la tensione tipica del giallo-thriller, dall’altro un’occhio quasi voyeuristico sul mondo della moda. I fratelli Vanzina hanno dichiarato di essersi ispirati a opere internazionali come quelle di Brian De Palma o alla lezione hitchcockiana, pur restando radicati in un contesto italiano. 
Tra le curiosità: gli stilisti milanesi, contattati per il film, avrebbero manifestato diffidenza o addirittura boicottato la prima anteprima perché ritenevano che il film criticasse il loro mondo. 
Anche a livello estetico-visivo il film ha lasciato il segno: i costumi – curati da Mario Carlini e Francesco Crivellini – e la fotografia rievocano l’esuberanza, il lusso e l’apparenza tipica di quei tempi.

Perché ancora oggi è un cult

La potenza del film risiede nella capacità di essere allo stesso tempo specchio e denuncia: la moda viene mostrata nella sua dimensione patinata, ma anche come terreno di fragilità e lotte interiori. Come sottolineato dallo stesso Carlo Vanzina, l’intento non era semplicemente puntare sul “giallo di moda”, ma raccontare un mondo dove “le giovani donne proiettate in un ambiente duro, competitivo, spesso spietato”. 
Inoltre, la pellicola anticipò temi che sarebbero poi diventati nei decenni a venire oggetto di riflessione: ossessione per il corpo, apparire a ogni costo, il dietro-le-quinte della bellezza.

In definitiva, “Sotto il vestito niente” resta un film che va oltre il semplice intrattenimento: è memoria di un’epoca, testimonianza visiva di un’Italia in trasformazione, e percorso critico all’interno del mondo della moda e del glamour. Rivederlo oggi significa riscoprire non solo le atmosfere degli anni Ottanta, ma interrogarsi su quanto di quegli eccessi e di quelle illusioni abbia ancora senso nel presente.

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