Renato Zero, confessioni di un’anima libera: “Più perdi le persone care, meno temi la morte. Con Enrica Bonaccorti non è mai finita”

Il cantautore romano si racconta tra amori passati, amicizie ritrovate e riflessioni sulla vita e la morte.

A 75 anni compiuti, Renato Zero continua a parlare di sé con la sincerità disarmante e la teatralità che lo hanno reso uno degli artisti più amati della musica italiana. In una lunga intervista al Corriere della Sera, l’autore de L’oraZero – il suo ultimo disco, uscito il 3 ottobre – ha ripercorso una vita fatta di incontri, amori, amicizie e perdite, intrecciando ricordi personali e riflessioni esistenziali.

«Con Enrica non è mai finita»

Negli anni Settanta, Renato Zero visse una relazione intensa con Enrica Bonaccorti, durata circa due anni. «Il nostro è stato un percorso meraviglioso, uno scambio continuo di emozioni – ha raccontato –. Con Enrica non è mai finita, il rapporto si può trasformare, ma certe vicinanze non vanno perdute».
Bonaccorti, oggi impegnata nella sua battaglia contro un tumore al pancreas, è ancora una presenza affettiva importante per lui: «L’ho sentita, è tenace, meravigliosamente ostinata. Non ha intenzione di mollare».

Lucy, la compagna di sempre

Dopo quell’amore giovanile, nella vita del cantautore è arrivata Lucy Morante, la donna che lo ha accompagnato nel lungo cammino artistico e umano: «È stata la mia compagna da sempre, è ancora qui. Ha vissuto con me la gavetta, vendeva i miei dischi ai concerti. Ha sposato me e il mio personaggio. Non c’è bisogno del prete per suggellare questo tipo di rapporto».

«Triangolo» e la libertà di vivere

Zero non si è mai nascosto dietro convenzioni. Persino una delle sue canzoni più iconiche, Triangolo, nacque da un episodio reale: «Una volta mi ritrovai a letto in tre, ce n’era uno di troppo. Infatti canto: “Lui chi è?”. Allora il giudizio era meno severo, si vivevano le esperienze a proprio rischio e pericolo».

Un padre che capì prima degli altri

In un passaggio toccante, il cantante ricorda anche il padre poliziotto, che seppe accogliere la sua diversità con affetto e comprensione. «Abitavo in una casa di una cooperativa di poliziotti. Un giorno mi sorprese con un fagotto pieno di boa di piume e tutine di lurex. Mi disse: “Non hai più bisogno di nasconderti, vestiti come vuoi”. Da allora sono uscito così, da Renato Zero».

La solitudine come compagna

Oggi Zero vive la solitudine come una scelta, non come una mancanza: «A volte la cerco io. Invece dei rimpianti, vado a ritrovare emozioni che ho perso. A questa età ti guardi indietro e pensi: che peccato. Ma è normale. Anche il mio angelo custode ha 75 anni, sta in panchina con le alucce mosce».

«Più perdi chi ami, meno temi la morte»

L’artista non teme il tempo che passa, né la fine. «Più perdi le persone care, meno temi la morte. Hai paura quando hai tutti qua. Quando se ne vanno genitori, amici, cominci a pensare che devi andare di là per recuperarli. Quando salgo sul palco, sento la spinta di tutti quelli che non ci sono più, che mi dicono: “A’ Renatì, faje vedé chi sei”».

La pace con Loredana Bertè

Tra i momenti più recenti della sua vita c’è anche la riconciliazione con Loredana Bertè, dopo trent’anni di silenzio: «Loredana è una persona amabile, con un’anima bella. Abbiamo avuto contrasti, mi sono allontanato per farle del bene. Senza di me è cambiata, più paziente e gentile. Me ne prendo un po’ il merito». Il riavvicinamento è avvenuto quest’estate, con un abbraccio sul palco a La Spezia: «Ha capito che era arrivato il momento di riconsegnarmi la Loredana che volevo».

Un artista che non smette di raccontarsi

Settantacinque anni e nessuna voglia di smettere. Renato Zero continua a essere una voce libera e fuori dal coro, fedele alla sua unicità. Tra memoria e ironia, il “sorcino numero uno” del pop italiano conferma una volta di più che la sua vita, come la sua arte, è un inno alla libertà: di amare, di scegliere, di essere se stessi.

le ultime news