La liberazione di Acqua Moses
Acqua Moses è stato scarcerato dopo l’arresto avvenuto in seguito al rapimento di una neonata a Cosenza. Sua moglie, Rosa Vespa, aveva inscenato una gravidanza, riuscendo a ingannare chi le stava intorno grazie a un pancione falso che appariva credibile agli occhi di tutti. Secondo il legale di Moses, la credibilità del pancione avrebbe fatto sì che anche il marito credesse alla gravidanza, permettendo così di ottenere la sua liberazione. “Mio cognato mi ha detto di quel video e delle notizie che circolavano. Ho preso il bambino, l’ho spogliato e ho visto che era femmina. Mi sono messo a piangere. Lei aveva il pancione e si tirava il latte dopo il presunto parto. Non avevo nessun sospetto in tutti questi mesi. Ero arrabbiato perché quando è nato mio figlio non potevo vederlo, perché aveva le difese immunitarie basse ed era positivo al Covid, così mi aveva detto lei”, ha dichiarato il Moses.
Le dinamiche del sequestro
Il sequestro della neonata è avvenuto in una clinica di Cosenza, dove Rosa Vespa si era recata fingendo di essere prossima al parto. Per convincere il compagno di essere incinta e di aver partorito, Vespa gli avrebbe anche mostrato una finta lettera di dimissione dall’ospedale. “Non si è mai accorto di nulla anche perché lei gli mostrava le ecografie, gli faceva vedere il pancione”, ha dichiarato il legale dell’uomo.
Indagini e dichiarazioni
Durante le indagini, Rosa Vespa ha dichiarato: “Ho fatto tutto da sola”, confessando quindi di essere l’unica responsabile del gesto. La sua ammissione ha portato alla formulazione della richiesta di scarcerazione per il marito Acqua Moses da parte del pubblico ministero. Secondo il PM, non ci sarebbero prove che dimostrano il coinvolgimento del Moses nel rapimento della neonata e l’udienza in cui sono state esaminate le dichiarazioni di Rosa Vespa e le evidenze raccolte durante le indagini ha infine portato alla decisione di liberare il marito.