Pupo fuori dal coro: “Per Baudo ero già finito. Non gli piacevo, ma lo ringrazio lo stesso”

Il cantautore rompe il coro unanime dei ricordi: "Lo ringrazio per non avermi mai considerato né aiutato. È così che ho trovato la tenacia e la forza di reagire".

Mentre il mondo dello spettacolo ricorda con affetto e devozione Pippo Baudo, scomparso il 16 agosto a 89 anni, arriva un ricordo in controtendenza. A raccontarlo è Pupo, come riporta il Corriere della Sera, che con la sua consueta schiettezza ha voluto rievocare il lato più spigoloso del rapporto con lo storico conduttore.

«Ricordo quando mi disse che gli stavo antipatico e, soprattutto, che gli stava antipatico il mio nome d’arte: Pupo», confessa il cantautore toscano. Un giudizio netto, che negli anni Ottanta pesò come un macigno: «Il più grande talent scout di tutti i tempi aveva sentenziato la mia fine. Ci rimasi malissimo, ma non mi buttai giù. Mi rimboccai le maniche e ricominciai a combattere».

Parole che potrebbero suonare amare, ma che invece si trasformano in un ringraziamento inatteso: «Senza di lui probabilmente non avrei mai trovato la tenacia e la forza di reagire che mi hanno permesso di festeggiare i 50 anni di carriera. Che la terra ti sia lieve, grandissimo uomo e monumentale artista».

Sui social le dichiarazioni di Pupo hanno diviso il pubblico tra chi applaude alla sincerità e chi parla di “caduta di stile” nel giorno del cordoglio. Ma il cantautore non sembra cercare applausi: il suo è il ricordo schietto di chi, proprio grazie a un rifiuto, ha trovato la spinta per restare in scena.

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