Oggi è la Giornata mondiale delle tartarughe marine: i rettili più antichi ancora in vita

Salvare le tartarughe marine significa salvare migliaia di altre specie che si cibano di minuscoli esemplari sul loro carapace. Ricostruirgli un ambiente confortevole significa restituire equilibrio e dignità ad un intero ecosistema.

Maestose e buffe. Tenere e scattanti. Indispensabili e fragili.

Sono le tartarughe marine, una delle specie più minacciate dell’ecosistema marino.

Nidificano sulle nostre coste, abitano i nostri mari. In particolare la specie Caretta Caretta solca le acque del Mar Mediterraneo e – troppo spesso – finisce tra le braccia mortali dell’inquinamento provocato dall’uomo.




Questa meravigliosa specie – cruciale nella conservazione di un intero ecosistema – è chiamata a sforzi sempre maggiori per la sua sopravvivenza.

Dall’incuria dell’uomo, che ignora quanto sia delicato ed importante lasciare che le uova si schiudano senza interferenze sulle nostre spiagge. Fino alle acque turbolente dei nostri mari, così piene di plastiche e rifiuti. Di reti che si avvinghiano alle loro zampe, trascinandole a morte certa.

Salvare le tartarughe marine significa salvare migliaia di altre specie che si cibano di minuscoli esemplari sul loro carapace. Ricostruirgli un ambiente confortevole significa restituire equilibrio e dignità ad un intero ecosistema.

Questi meravigliosi esemplari sono i rettili più antichi ancora in vita. Popolano i nostri mari da oltre 225 milioni di anni.

Chi siamo noi per decretarne l’estinzione?

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