Dopo un’estate intensa, Noemi arriva al Gran Teatro Geox con il suo Nostalgia Indoor Tour, una tournée più raccolta pensata per valorizzare voce, arrangiamenti acustici e contatto col pubblico. In un’intervista rilasciata a Il Gazzettino, la cantante racconta la dimensione teatrale che l’accompagna da anni e che oggi rappresenta un punto centrale del suo percorso artistico.
«Il teatro è il mio habitat naturale»
Alla domanda sui momenti unplugged, Noemi spiega: «Sono anni che faccio tour nei teatri e mi piacciono molto. Anzi, sono il mio habitat naturale, perché mi piacciono il buio e il silenzio del teatro. Credo che le canzoni ne vengano esaltate… Ci saranno momenti in versione acustica, emozionanti e divertenti».
Un repertorio che cambia
«Negli anni ho sviluppato un repertorio dinamico… brani come “Se ti innamori muori” […] segnano un percorso nuovo», racconta, sottolineando quanto le sfumature acustiche la aiutino a far emergere l’essenza dei brani.
Il ritorno del pianoforte
Noemi parla anche del rapporto con il piano: «Sì, che qualche anno l’ho portato fuori dalla mia cameretta… mi diverto a suonare il piano anche nella parte blues […] È questo il bello del teatro».
Il cuore blues e le radici
La cantante ribadisce l’amore per il genere che l’ha formata: «Io spero che emerga sempre questo lato della mia voce… È il genere che mi ha fatto scegliere di cantare». I riferimenti non mancano: «Sono sempre stata una grandissima fan di Janis Joplin, Wilson Pickett, Aretha Franklin».
Sguardo sul presente
Secondo Noemi, la musica rispecchia la velocità del nostro tempo: «Tutto è meno umano e quello che ne esce è meno profondo. La musica è sempre sintomo del tempo che viviamo».
Da X Factor a Sanremo
Sul proprio percorso: «Io sono uscita ormai 16 anni fa ed è stato un lungo cammino… Rimanere contemporanei è bellissimo».
I classici e Vasco
«Quando un pezzo riesce a resistere alle mode del momento […] Nel mio piccolo penso che un pezzo come “Sono solo parole” possa rimanere al di là di me».
E sulla collaborazione della vita: «È nata grazie a Gaetano Curreri… un mese dopo è nata “Vuoto a perdere”. Una generosità, disponibilità e passione incredibili».
Progetti futuri
«Spero sia sempre un passo verso l’alto. Magari un disco e un tour con l’orchestra, sarebbe un sogno che si realizza».
