La recente decisione di assegnare all’attore britannico Paapa Essiedu il ruolo di Severus Piton nella prossima serie televisiva di Harry Potter ha suscitato un acceso dibattito tra i fan. Essiedu, noto per le sue interpretazioni in “Podría destruirte” e “Black Mirror”, è stato scelto per interpretare il professore di pozioni, un personaggio descritto nei libri come un uomo dalla pelle pallida e dai capelli neri unti. Questa discrepanza ha portato alcuni appassionati a esprimere preoccupazioni riguardo alla fedeltà della serie ai romanzi originali.
La posizione di J.K. Rowling sulla scelta del casting
Fin dalle prime indiscrezioni, la scelta di Paapa Essiedu per interpretare il nuovo Severus Piton nella serie di Harry Potter ha suscitato accese polemiche. Molti critici contestano la decisione, ritenendo l’attore – nominato agli Emmy – inadatto al ruolo perché non rispecchierebbe l’immagine tradizionale del personaggio (in altre parole, per via del colore della pelle). Alcuni sono arrivati persino a chiedere l’intervento di J.K. Rowling per ottenere il suo licenziamento, ancora prima di aver visto una sua performance. L’autrice, però, non sembra condividere queste obiezioni. Nonostante le divergenze di opinione tra lei ed Essiedu su temi sociali, la scrittrice ha dichiarato: “Non ho il potere di licenziare un attore dalla serie, e non lo eserciterei se lo avessi. Non credo nella pratica di togliere il lavoro o i mezzi di sussistenza alle persone perché hanno delle idee, legalmente protette, che differiscono dalle mie.”
Reazioni dei fan e dibattito sulla diversità nel casting
La scelta di Essiedu ha generato reazioni contrastanti tra i fan. Alcuni hanno criticato la decisione, sostenendo che l’attore non rispecchia l’aspetto fisico descritto nei libri. Altri, invece, vedono questa scelta come un’opportunità per apportare maggiore diversità alla serie. Il dibattito ricorda quanto già accaduto con la scelta di un’attrice nera per il ruolo di Hermione nella produzione teatrale “Harry Potter e la maledizione dell’erede”.
