Durante la seconda giornata del Red Valley Festival, Ghali ha catturato l’attenzione del pubblico non solo per la sua performance musicale, ma anche per un gesto simbolico di forte impatto. Il rapper di origini tunisine è salito sul palco avvolto nella bandiera della Palestina, manifestando solidarietà verso il popolo palestinese. Nel corso dell’esibizione, ha dichiarato: "Dicono che gli artisti non devono fare politica", introducendo così il brano "Casa mia". Sul grande schermo alle sue spalle è apparsa la scritta "Ma quale Gaza tua?", un chiaro riferimento alla situazione nella Striscia di Gaza.
Ghali e l’impegno per la Palestina
Ghali non è nuovo a manifestazioni di solidarietà nei confronti della causa palestinese. Già in passato, l’artista aveva utilizzato la sua piattaforma per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione a Gaza. La sua scelta di esibirsi avvolto nella bandiera palestinese al Red Valley Festival rappresenta una continuazione del suo impegno, sottolineando l’importanza di non rimanere in silenzio di fronte alle ingiustizie. Questo gesto ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che lo hanno elogiato per il coraggio di prendere posizione e altri che hanno criticato l’ingerenza della politica nella musica.
Cristiano De André: "Mi vergogno di essere italiano per il silenzio sul genocidio a Gaza"
Anche Cristiano De André ha espresso pubblicamente il suo dissenso riguardo al silenzio dell’Italia sulla questione palestinese. Durante un concerto a Marina di Modica, ha affermato: "Mi vergogno di essere italiano per questo silenzio assenso sul genocidio del popolo palestinese". Ha poi invitato il pubblico a osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Gaza. Richiamando le parole di don Andrea Gallo, De André ha definito lo spettacolo "una messa laica" per celebrare la poetica del padre Fabrizio, invitando i presenti a scambiarsi un "cinque di pace" come gesto simbolico. Ha inoltre ricordato una frase del padre durante una pausa del tour di "Anime salve": "Scrivere per tanti anni contro ogni guerra non è servito a un cazzo e non servirà mai", aggiungendo che oggi la considera vera, ma che il cambiamento "può partire solo dal nostro piccolo e dal quotidiano, perché davvero non esistono poteri buoni".
Reazioni e dibattito pubblico
Le prese di posizione di Ghali e Cristiano De André hanno acceso un vivace dibattito sull’opportunità per gli artisti di esprimere opinioni politiche dal palco. Mentre alcuni sostengono che la musica debba rimanere neutrale, altri ritengono che gli artisti abbiano il dovere di utilizzare la loro visibilità per sensibilizzare su temi sociali e politici. Queste manifestazioni hanno evidenziato come la musica possa essere un potente strumento di denuncia e solidarietà, capace di stimolare riflessioni profonde nel pubblico.