Franco Maresco ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il suo ultimo lavoro, “Un film fatto per Bene”, un’opera che si propone come una critica incisiva al cinema italiano contemporaneo. Il film, che ha debuttato il 5 settembre, ha suscitato dibattiti per il suo approccio provocatorio e la sua narrazione metacinematografica.
La genesi di “Un film fatto per Bene”
Il progetto nasce dall’intento di Maresco di realizzare un documentario su Carmelo Bene, figura emblematica del teatro e del cinema italiano. Tuttavia, durante le riprese, il regista ha abbandonato il set, dichiarando l’impossibilità di completare l’opera. Questo abbandono ha dato vita a un film che esplora non solo la figura di Bene, ma anche le dinamiche interne al mondo cinematografico italiano. Attraverso una narrazione che sfuma i confini tra realtà e finzione, Maresco offre una riflessione sulla creatività e sull’eredità artistica di Bene, mettendo in discussione le convenzioni del cinema tradizionale.
Una critica al sistema cinematografico
In “Un film fatto per Bene”, Maresco non risparmia critiche al panorama cinematografico italiano. Il regista descrive il cinema come “una puttana putrefatta morta prima di nascere”, evidenziando la sua visione pessimistica sullo stato attuale dell’industria. Attraverso il film, Maresco mette in scena un “filmicidio”, accusando il settore di aver ucciso non solo la sua ultima opera, ma l’arte stessa. Questa critica si estende a produttori, attori e critici, dipinti come megalomani impegnati a mantenere in vita un’industria che, secondo il regista, ha perso il suo significato originale.
La reazione del pubblico e della critica
La presentazione di “Un film fatto per Bene” a Venezia 82 ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni hanno apprezzato l’audacia e l’originalità dell’opera, altri hanno trovato difficile accettare la visione radicale di Maresco. Il produttore Andrea Occhipinti ha dichiarato: “Non penso che il cinema sia morto. Basta pensare a questa Mostra del Cinema di Venezia, ci sono tanti bei film. Quello è il suo punto di vista, e prova ad instillare il suo pessimismo a tutti, convincendoli della propria realtà”. Questa dichiarazione evidenzia le diverse interpretazioni e le discussioni che il film ha generato all’interno dell’industria cinematografica.