Flotilla verso Gaza, Meloni: “Scenario di provocazione”. Landini: “Pronti a sciopero generale”

La partenza della flotilla diretta a Gaza riaccende le tensioni internazionali. Il governo italiano esprime preoccupazione, mentre sindacati e associazioni annunciano iniziative di protesta. La situazione resta tesa nelle acque considerate ad alto rischio.

La tensione cresce nel Mediterraneo orientale mentre la Global Sumud Flotilla, carica di aiuti umanitari per la popolazione palestinese, si avvicina alla costa di Gaza. Entrata nella “zona ad alto rischio” pattugliata dalla marina israeliana, la missione umanitaria è sotto il mirino di Tel Aviv, pronta a fermare le imbarcazioni.

L’avvertimento dei governi

Dopo l’Italia, anche la Spagna ha invitato gli attivisti a interrompere il viaggio, sottolineando l’impossibilità di garantire protezione nelle acque pattugliate da Israele. Sulla stessa linea anche la Svezia, con il premier Ulf Kristersson che si è rivolto direttamente a Greta Thunberg, a bordo della spedizione: «Greta, torna a casa».

La linea del governo italiano

La premier Giorgia Meloni, dal vertice europeo di Copenaghen, ha definito la Flotilla «un’iniziativa irresponsabile» soprattutto alla luce dei negoziati in corso per un cessate il fuoco a Gaza promossi dagli Stati Uniti di Donald Trump. «In questa fase storica – ha detto – la responsabilità è fermarsi e attendere i negoziati».

La risposta degli attivisti

Gli attivisti respingono le accuse. Maria Elena Delia, portavoce italiana, replica: «Irresponsabile è chi viola le regole del diritto internazionale. Dopo due anni di genocidio, nessun governo ha fatto nulla: noi meritiamo rispetto».

La posizione dei sindacati

Durissima la reazione della Cgil: il segretario Maurizio Landini ha annunciato che in caso di attacco israeliano alla Flotilla sarà proclamato «uno sciopero generale immediato in tutti i settori».

Il rischio escalation

Nelle ultime ore gli attivisti hanno denunciato manovre di disturbo della marina israeliana e persino un tentativo di collisione. Israele conferma l’intenzione di fermare le imbarcazioni, anche con la forza se necessario, con l’ipotesi di arresti e confische.

La vicenda si colloca in un quadro delicatissimo: mentre la comunità internazionale guarda con speranza ai negoziati di pace, il rischio è che un incidente in mare possa far saltare la fragile trattativa e alimentare nuove tensioni in Medio Oriente.

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