Enzo Iacchetti: minacce di morte e ripercussioni dopo lo scontro su Gaza

Enzo Iacchetti racconta le minacce ricevute e le conseguenze professionali dopo il dibattito su Gaza con Eyal Mizrahi.

La settimana scorsa, Enzo Iacchetti è stato protagonista di un acceso dibattito come ospite del programma È sempre Cartabianca, condotto da Bianca Berlinguer. Durante la puntata, il comico ha espresso chiaramente la sua posizione sul genocidio di Gaza, entrando in conflitto con Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele. Il suo intervento ha suscitato un forte clamore mediatico: molti utenti hanno condiviso e apprezzato le sue parole, ma non sono mancati commenti d’odio e persino minacce di morte.

Lo sfogo di Iacchetti e le reazioni del pubblico

Iacchetti, tornato in studio la sera successiva, ha raccontato quanto accaduto dopo la puntata:
“Non mi aspettavo di diventare il primo degli opinionisti, non mi aspettavo tutto questo clamore. Io non sono un violento, non uccido nemmeno le mosche quando vanno sull’anguria d’estate. C’è stato un errore: il mio atto di pancia è stato scambiato come un invito a fare a pugni, ma non sarei mai sceso a toccare un capello a quel signore”.

Il comico ha spiegato che le sue frasi sono finite persino sui cartelli delle manifestazioni pro-Palestina a Milano, Roma e Bologna. “Quando parlo non penso ai social, perché non li frequento. Se devo usare il cellulare lo uso per telefonare o fare una foto. Non potevo immaginare che ci fossero manifesti con le mie parole nelle piazze”, ha aggiunto.

Le minacce di morte

Durante la stessa puntata, Iacchetti ha rivelato di aver ricevuto minacce dirette:
“In centinaia mi scrivono: ‘Fai il comico e non rompere i c…’. Quelli sono degli imbecilli. Poi uno mi ha persino dato l’orario in cui sarebbe venuto a uccidermi, alle 18.30. Non mi sono spaventato, l’ho aspettato con un bicchiere di Prosecco pronto a parlargli. Ma la polizia postale è stata informata: su queste cose non si scherza”.

Ripercussioni sul lavoro

Iacchetti ha anche raccontato le conseguenze sul fronte professionale:
“Ho contratti teatrali fino al 2028, ma sto perdendo parecchie serate e spettacoli. Molti non mi chiamano più per paura che io lanci frecciate durante lo show. Il mio è stato un atto di supplenza morale perché chi dovrebbe parlare tace. Io non dormo la notte, ho pena di questa gente. Non avrei mai picchiato Mizrahi, ma ha detto cose talmente gravi che mi sono scaldato. La rabbia che ho manifestato è sintomo di una ferita grande”.

Un comico tra impegno civile e minacce

L’episodio conferma quanto, ancora oggi, l’impegno civile e la presa di posizione su temi delicati possano trasformarsi in situazioni di rischio personale. Enzo Iacchetti resta comunque fermo nella sua posizione, sottolineando che il suo gesto è stato motivato da una reazione morale, non da intenzioni violente, e che la denuncia alla polizia postale è un passo fondamentale per tutelarsi.

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