Carlo Lucarelli: “Ero un punk. Ho conosciuto mia moglie grazie a Fazio”

Lo scrittore italiano Carlo Lucarelli parla delle sue esperienze personali e delle sue opinioni sulla società.

Un passato da punk e una carriera letteraria di successo

Carlo Lucarelli durante la presentazione della docu-serie “La nave dei folli – Oltre la ragione” in onda dal 20 gennaio su Sky Arte, ha condiviso aneddoti della sua vita, svelando aspetti meno conosciuti del suo passato. Lucarelli ha raccontato di aver avuto un periodo da punk durante la sua gioventù. “Se avevi il chiodo eri punk”, ha detto, ricordando come fosse relativamente semplice entrare a far parte di quella sottocultura degli anni ’70 e ’80. Questo spirito ribelle e anticonformista ha influito significativamente sulla sua carriera letteraria, sempre volta a esplorare gli aspetti oscuri e nascosti della realtà.

Incontri importanti e legami personali

Durante una chiacchierata con alcuni giornalisti, Lucarelli ha spiegato come alcuni incontri casuali abbiano avuto un impatto duraturo sulla sua vita. Uno di questi è stato l’incontro con la sua moglie, avvenuto grazie all’intervento del presentatore Fabio Fazio. Lucarelli racconta che fu proprio in uno studio televisivo con Fazio che conobbe la donna che sarebbe poi diventata sua moglie, un incontro che, ricorda con piacere, ha segnato un momento cruciale della sua vita. 

Riflessioni sulla salute mentale

In un’intervista a La Stampa, Lucarelli ha espresso preoccupazioni su un tema che gli sta particolarmente a cuore: la salute mentale. “Pazzo è considerato chi fa cose strane, ma in modo estremo. È un concetto all’apparenza semplice che va però elaborato e che è cambiano nel corso dei secoli. Alcuni che vennero trattati da folli, oggi si sa che non lo erano affatto, però del mondo avevano una diversa visione e conflittuale. Ecco: noi abbiamo scelto persone di quella visione hanno subito le ripercussioni. Se esce dalle convenzioni, anche il genio rischia di essere annoverato tra loro. Non tutti però sono genio e sregolatezza”. Ha poi sottolineato l’importanza di investire maggiormente in questo ambito, sostenendo che “c’è gente che sta davvero male, ma la società volta lo sguardo altrove”. Le parole dello scrittore riflettono una critica alla mancanza di attenzione generale verso problematiche troppo spesso trascurate. Secondo Lucarelli, bisogna prestare attenzione agli “invisibili”, a coloro che, pur soffrendo, non ricevono il supporto necessario a causa delle priorità errate della società.

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