Dopo un lungo silenzio, Caparezza torna con un progetto che mescola visione, suono e racconto: “Orbit Orbit”, un album e un fumetto che escono insieme il 31 ottobre, pubblicati da Sergio Bonelli Editore, la storica casa di Tex e Zagor.
«Sono orgogliosamente vecchio e non obbligato a fare il giovane», dice sorridendo. E proprio questa autenticità sembra avergli restituito l’energia per creare un lavoro complesso, allegorico, pieno di rimandi, giochi linguistici e riflessioni esistenziali. È un viaggio nel suo immaginario, che unisce il gusto per il paradosso alla passione per la musica elettronica dei Rockets e dei Kraftwerk, fino ad arrivare a quello che definisce «l’amore di sempre, quello che mi ha salvato: il fumetto».
Un racconto che unisce disegno e musica
In “Orbit Orbit”, Caparezza intreccia due linguaggi. «Per capire appieno il disco sarebbe da leggere il fumetto, 250 pagine di una storia che nove dei migliori disegnatori italiani hanno disegnato per me, ma anche fare il percorso inverso ha il suo fascino», racconta.
L’opera descrive un sogno in cui il protagonista viene proiettato nello spazio, tra incontri surreali e momenti di pericolo, fino a una liberazione finale. «Dopo aver cantato di prigionia in Prisoner 709 e di fuga in Exuvia, oggi canto di libertà», spiega l’artista, che considera questo nuovo lavoro la conclusione ideale di una trilogia interiore.
L’ascolto, la perdita e la rinascita
Dietro la metafora cosmica c’è anche un percorso personale e doloroso. Caparezza ha infatti dovuto fare i conti con l’acufene e poi con una parziale sordità, esperienze che hanno messo a dura prova il suo rapporto con la musica. «Porto l’apparecchio acustico, mi facevo problemi ma il mio medico mi ha convinto dicendomi: chi mette gli occhiali è forse cieco? Se porti l’apparecchio non sei sordo», confida.
Nel periodo più difficile, il fumetto è diventato per lui una via di fuga, un rifugio creativo. Poi, inaspettatamente, lo ha riportato alla musica. «È una storia a lieto fine – spiega Caparezza – partita dal fumetto, che per un po’ mi è sembrato il modo per chiudere con la musica visto che ne soffrivo, e poi mi ha riportato a essa».
Un album come un viaggio nello spazio
Sul piano sonoro, “Orbit Orbit” è un percorso costruito con minuzia. I 14 brani si muovono tra generi e suggestioni diverse: l’introduzione Fluttuo, Orbito è dominata da un sintetizzatore, «il simbolo della musica individuale», mentre la chiusura Perlificat coinvolge un’orchestra e un coro di 74 elementi, che l’autore definisce «il mio personale Magnificat».
Il risultato è un viaggio musicale e simbolico, che accompagna l’ascoltatore verso una nuova consapevolezza. «Dopo Prisoner 709 e Exuvia, oggi canto di libertà», ribadisce. E quella libertà sembra essere anche il suo modo di fare pace con l’ascolto, con il silenzio e con se stesso.
Dal Lucca Comics al ritorno live
La doppia uscita sarà presentata in anteprima al Lucca Comics & Games, dove Caparezza incontrerà il pubblico. Da sabato 2 novembre, seguiranno diversi appuntamenti di firma-copie in tutta Italia. Poi, nell’estate del 2026, il ritorno dal vivo: il primo concerto è già fissato per il 26 giugno al Rock in Roma.
Un ritorno, questo, che ha il sapore della rinascita. «Dopo tutto, è una storia di libertà – dice –. E come spesso accade, per ritrovare la propria orbita bisogna prima perdersi nello spazio.»
