Anna Castiglia ha recentemente conquistato la Targa Tenco per la miglior opera prima con il suo album “Mi piace”. La cantautrice siciliana, già nota al pubblico per la sua partecipazione a X Factor 2023, ha ampliato il suo seguito grazie a uno spettacolo che mescola bossa nova, jazz e tip-tap, mantenendo un tono moderno.
La vittoria della Targa Tenco
Anna ha scoperto di essere tra i candidati alla Targa Tenco mentre era in viaggio con il suo tour, come riporta La Stampa: “Mi hanno taggata in una storia e ho visto il mio nome tra i candidati. Ho dovuto scrivere subito a Elena, la mia manager, per chiedere se fosse vero. Non ci credevo”. La conferma della vittoria è arrivata mentre si trovava alla stazione di Firenze. “Elena mi ha scritto: ‘Ti devo parlare urgentemente’. Ero in mezzo alla gente, così sono corsa in bagno. Appena mi ha detto che avevo vinto, volevo urlare ma non potevo: stavo implodendo”.
L’album “Mi piace” e l’uso del dialetto
Parlando del suo album, Anna lo definisce “una playlist più che un disco”, nato dalla voglia di mettere ordine e dare forma alle canzoni scritte fino a quel momento. “È stata una scelta isterica, nel senso bello: mettiamo tutto, proviamo, impariamo anche col rischio di fare errori tutto sommato ‘dolci’, che rifarei”. A distanza di un anno, il disco le è ancora caro, anche se ammette di non riascoltarlo. “Sono molto severa con me stessa, ma voglio bene a questo lavoro perché rappresenta un pezzo di strada condiviso con persone importanti”. Il dialetto siciliano è un elemento cardine nel suo lavoro. “U mari è in siciliano, e sono contenta che i dialetti stiano tornando ad essere cantati. È un gesto che va contro la globalizzazione e valorizza l’identità. Pino Daniele, per me, è stato l’artista italiano più internazionale pur cantando in napoletano. Il dialetto, paradossalmente, è più universale dell’italiano”.
Considerazioni sul pubblico e sul panorama musicale
Anna esprime il desiderio di decostruire sé stessa e rallentare. “È giusto decostruire sé stessi, capire che non siamo tutto ciò che ereditiamo. Ma bisogna anche rallentare. C’è la tendenza a sentirsi in colpa se non si è ‘decostruiti’: se non sei vegana, se ti depili, non sei ‘abbastanza’ femminista”. Inoltre, auspica aggiornamenti culturali nei festival musicali, con più donne sui palchi. “Voglio festival che siano inclusivi, che rappresentino più categorie possibili”.