Alessandro Gassmann critica il caro ombrelloni: “Abbassate i prezzi”

L'attore interviene sul tema dei prezzi elevati degli stabilimenti balneari, mentre si registra un calo di presenze sulle spiagge italiane.

Ombrelloni chiusi, lettini vuoti e week-end che sembrano l’unica ancora di salvezza per i lidi italiani: l’estate 2025, almeno finora, non sta regalando ai balneari i numeri sperati. Un malessere diffuso, che si traduce in spiagge semideserte per gran parte della settimana e in incassi in picchiata.

A riaccendere il dibattito è stato l’attore Alessandro Gassmann, che con un post su Instagram ha puntato il dito contro gli stessi gestori degli stabilimenti:

“Cari amici balneari, leggo che la stagione non va. Secondo voi perché? Forse avete un po’ esagerato con i prezzi. La situazione economica spinge gli italiani verso le spiagge libere. Abbassate i prezzi e, forse, le cose andranno meglio. Capito come?”

Un intervento che ha fatto subito il giro del web, diventando il simbolo di un malcontento sempre più diffuso.

Il grido d’allarme degli operatori

Secondo Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia – Federturismo Confindustria, il calo della stagione 2025 è evidente:

“Registriamo una contrazione tra il 20% e il 30% rispetto agli anni precedenti. Il turismo è in flessione, i consumi ridotti al minimo, e l’unico picco resta la domenica, con un turismo mordi e fuggi che non sostiene l’intero comparto”.

Colpa del caro vita, delle tensioni internazionali e di stipendi che restano fermi mentre le spese obbligate aumentano. Ma anche, ammettono alcuni osservatori, della percezione – sempre più condivisa – che una giornata al mare sia diventata un lusso.

Prezzi da capogiro

Secondo i dati forniti dal Codacons, le tariffe di lidi e piscine sono aumentate del 32,7% dal 2019

Una situazione che secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, rischia di far collassare il sistema:

“Anche con due stipendi, molte famiglie non arrivano a fine mese. Se il 32,3% non può permettersi una settimana di ferie l’anno, è chiaro che le prime rinunce riguardano il divertimento. I rincari degli stabilimenti (+3,7% a luglio) si sommano a quelli dei pacchetti vacanza (+16,1%)”.

I balneari si difendono: “Non abbiamo alzato i prezzi”

Da parte loro, le associazioni di categoria respingono le accuse:

“Abbiamo dato indicazione di non aumentare le tariffe – assicura Licordari – ma solo adeguamenti minimi, per sostenere i costi fissi. In Italia esistono stabilimenti per tutte le fasce di reddito”.

Ma intanto il Codacons parla di “lacrime di coccodrillo” da parte dei gestori e chiede interventi più incisivi. Il vero nodo resta: può il mare italiano continuare ad essere accessibile solo a pochi?

Questione nazionale (e politica)

In questo contesto, Assobalneari chiede al Governo di difendere il settore balneare dagli attacchi di Bruxelles, riferendosi alla direttiva Bolkestein che impone di mettere a gara le concessioni demaniali.

“Il comparto balneare è parte della nostra identità economica e culturale. Va tutelato, non smantellato”, concludono.

Il messaggio di Gassmann, tra ironia e verità, ha toccato un nervo scoperto. Perché se il mare resta un bene pubblico, viverlo – tra lettini e aperitivi – è diventato per molti un privilegio.

le ultime news