Addio a Beppe Vessicchio: è morto il maestro più amato della musica italiana

È morto Beppe Vessicchio, celebre direttore d’orchestra e volto amatissimo del Festival di Sanremo, all’età di 69 anni per una polmonite interstiziale.

Lutto nel mondo della musica italiana: Beppe Vessicchio è morto oggi, 8 novembre 2025, all’età di 69 anni. Il celebre direttore d’orchestra si è spento all’ospedale San Camillo Forlanini di Roma a causa di una polmonite interstiziale che si è aggravata rapidamente.
Figura simbolo del Festival di Sanremo, amato da generazioni di spettatori, lascia un vuoto profondo nella cultura musicale del Paese.
I funerali si terranno in forma privata, come comunicato dalla famiglia.

Gli inizi a Napoli e le prime collaborazioni

Nato a Napoli, Giuseppe “Beppe” Vessicchio aveva mosso i primi passi nella musica collaborando in studio con alcuni grandi artisti della scena partenopea e nazionale: Nino Buonocore, Edoardo Bennato, Peppino di Capri, Peppino Gagliardi e Lina Sastri.
Fin da subito si era distinto per la sua versatilità e per la capacità di fondere arrangiamenti classici e sonorità moderne.

Uno dei suoi primi successi arrivò grazie alla collaborazione con Gino Paoli, con il quale firmò brani indimenticabili come “Ti lascio una canzone”, “Cosa farò da grande” e “Coppi”.

Dalle origini comiche al successo in tv

Nel 1975 Vessicchio fece parte del gruppo comico-musicale I Trettré, all’epoca ancora noti come I Rottambuli. Con Mirko Setaro ed Edoardo Romano, si occupava della parte musicale, suonando chitarra e pianoforte.
Quando il trio scelse la via del cabaret, Vessicchio lasciò il gruppo per dedicarsi completamente alla musica, aprendo la strada a una carriera luminosa e longeva.

Negli anni Ottanta e Novanta partecipò a numerosi programmi televisivi di successo, tra cui “Va’ pensiero”, “Buona Domenica”, “Viva Napoli” e “Note di Natale”.

L’icona di Sanremo

La consacrazione definitiva arrivò con il Festival di Sanremo, dove Vessicchio divenne un’icona. Dal 1990 la sua presenza sul palco dell’Ariston fu una costante, tanto da essere accolto ogni anno con applausi e affetto dal pubblico.

Nel corso della sua carriera sanremese, vinse quattro edizioni come direttore d’orchestra:

  • nel 2000 con “Sentimento” degli Avion Travel,
  • nel 2003 con “Per dire di no” di Alexia,
  • nel 2010 con “Per tutte le volte che” di Valerio Scanu,
  • nel 2011 con “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni*.

Ottenne anche i premi come miglior arrangiatore nel 1994, 1997 e 1998, e nel 2000 ricevette un riconoscimento speciale dalla giuria presieduta da Luciano Pavarotti.

Collaborazioni e successi senza tempo

Nel corso della sua lunga carriera, Vessicchio firmò arrangiamenti e direzioni musicali per alcuni dei più grandi artisti italiani: Roberto Vecchioni, Zucchero, Elio e le Storie Tese, Ornella Vanoni, Fiordaliso, Syria, Ron, Biagio Antonacci, Lorella Cuccarini, Ivana Spagna, Max Gazzè, Fred Bongusto e molti altri.

Con Ivana Spagna diresse un’orchestra sinfonica di quaranta elementi per l’album “La nostra canzone”, mentre con Mario Biondi e The Duke Orchestra realizzò il live “I Love You More” al Teatro Smeraldo di Milano.

Le sue bacchette hanno diretto orchestre anche su palchi internazionali, come il Cremlino di Mosca, in occasione di un concerto dedicato a John Lennon.

Vessicchio in tv e nei progetti più recenti

Il pubblico più giovane lo conosce anche per la sua partecipazione ad “Amici di Maria De Filippi”, dove fu insegnante e direttore d’orchestra, portando il suo rigore e la sua ironia anche nel mondo della televisione pop.

Nel 2017 entrò nella commissione musicale dello Zecchino d’Oro, di cui divenne direttore artistico, e nel 2018 diresse il gigantesco progetto Rockin’1000, il più grande gruppo rock del mondo, esibitosi allo stadio Artemio Franchi di Firenze.

Durante il Festival di Sanremo 2020, la sua comparsa sul palco fu accolta da una standing ovation, segno del profondo legame tra il maestro e il pubblico italiano.

Un uomo libero, anche nelle opinioni

Mai schivo, Vessicchio non esitava a esprimere le proprie opinioni. In una delle sue ultime interviste, aveva difeso Beatrice Venezi, nominata direttrice musicale del Teatro La Fenice di Venezia, sottolineando come la critica nei suoi confronti fosse cambiata solo dopo le sue posizioni politiche.

“Fino a quando non ha esternato la sua vicinanza ad alcuni movimenti che accompagnano l’attuale governo, ho sentito parlare solo bene di lei. Dopo, non più.”

Parole che dimostrano, ancora una volta, la lucidità e l’indipendenza di pensiero di un artista che non si è mai piegato alle mode.

L’eredità di un maestro

Beppe Vessicchio lascia un’eredità musicale e umana immensa.
Con il suo garbo, la sua cultura e il suo sorriso, ha portato la musica orchestrale e la direzione d’orchestra nel cuore del grande pubblico, trasformandosi in un simbolo di competenza, eleganza e passione.

Per molti, non sarà soltanto ricordato come “il direttore con la barba”, ma come una delle anime più autentiche e popolari della musica italiana.

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