Flavio Cobolli esce a testa alta – ma non senza amarezza – dagli ottavi di finale del Masters 1000 di Toronto, dove si arrende al tie-break del terzo set a Ben Shelton dopo quasi due ore e mezza di battaglia: 6-4 4-6 7-6(1) il punteggio che premia il mancino statunitense, numero 7 del mondo e quarta testa di serie del tabellone.
L’azzurro, numero 17 ATP e tredicesimo favorito, paga a caro prezzo un vantaggio di 5-3 nel set decisivo e il mancato sfruttamento di qualche crepa nel gioco di Shelton, che sul 6-5 ha anche gettato al vento un match point. Numeri alla mano Cobolli può recriminare: più vincenti (31 a 26), meno errori gratuiti (44 a 46), ma a spuntarla è stato il giocatore più cinico nei momenti chiave, che nei quarti troverà Alex De Minaur.
Il battibecco a bordocampo
A fare notizia però, oltre al risultato, è quanto accaduto al momento della stretta di mano. Avvicinandosi alla rete, Shelton ha rimproverato Cobolli per una smorfia giudicata provocatoria, mimandola a sua volta per sottolineare il gesto. Il romano si è subito difeso spiegando che quell’espressione era rivolta al proprio box e non al rivale.
Un chiarimento inizialmente non accolto con entusiasmo dall’americano, tanto che il confronto è proseguito sotto gli occhi dell’arbitro per diversi secondi. Tensione rientrata solo dopo qualche scambio di battute, anche se l’episodio è diventato virale sui social. In conferenza stampa Shelton ha poi stemperato i toni: «Credo alla versione di Flavio, a caldo ci siamo fraintesi».
Rimpianti azzurri
Per Cobolli resta la sensazione di aver lasciato per strada un’occasione importante per centrare il secondo quarto di finale in carriera in un Masters 1000. Il suo percorso nordamericano proseguirà la prossima settimana a Cincinnati, dove proverà a trasformare la delusione in ulteriore esperienza.
Shelton invece prenota un quarto di alto livello contro De Minaur (6-2 4-6 6-4 a Tiafoe), in una parte di tabellone che promette scintille.
