Capo Verde ha scritto una delle pagine più romantiche della storia del calcio. Con la vittoria decisiva contro Eswatini, la piccola nazione africana composta da dieci isole ha conquistato per la prima volta la qualificazione alla Coppa del Mondo 2026, che si disputerà in Canada, Messico e Stati Uniti.
Un risultato storico che arriva grazie all’allargamento del torneo a 46 squadre, ma soprattutto al percorso di crescita tecnica e organizzativa della rappresentativa allenata da Pedro Leitão Brito, conosciuto da tutti come Bubista.
Una storia di orgoglio e determinazione
Fondata nel 1978, appena tre anni dopo l’indipendenza dal Portogallo, la nazionale di Capo Verde è cresciuta silenziosamente fino a diventare una realtà solida nel panorama africano. La qualificazione mondiale è il coronamento di decenni di lavoro e passione, in un paese che conta poco più di 500.000 abitanti, diventando così lo Stato meno popolato di sempre a partecipare a un Mondiale.
I protagonisti dell’impresa
Tra i nomi più noti figura Jovane Cabral, ex Lazio e Salernitana, oggi all’Estrela in Portogallo. Ma il vero simbolo della squadra è Ryan Mendes, 35 anni, capitano e miglior marcatore della storia della selezione (22 reti in 88 presenze).
Capo Verde non ha una stella assoluta, ma una squadra compatta di giocatori formati nei campionati europei, capaci di fondere talento, disciplina e spirito di sacrificio.
Un paese che sogna
Con appena 4.033 km² di superficie, Capo Verde è un arcipelago vulcanico dove calcio e comunità si fondono in un legame profondo. Come racconta Roberto Lopes, difensore della squadra:
“Quando giochiamo in casa, la gente è in strada fin dal mattino per vedere passare il bus. Non è solo una partita: è il modo in cui rappresentiamo chi siamo”.
Capo Verde è oggi al 70º posto del ranking FIFA, ma la sua qualificazione davanti a nazionali più blasonate come il Camerun è il segno di un progetto concreto e di una generazione irripetibile.
La favola continua
La qualificazione mondiale non è solo un traguardo sportivo, ma un simbolo per un’intera nazione. Capo Verde si prepara ora a vivere il suo primo Mondiale da protagonista, con l’orgoglio di chi ha saputo trasformare un sogno in realtà.
Nel calcio globale sempre più dominato dai giganti, la piccola repubblica dell’Atlantico ci ricorda che la passione può ancora battere le dimensioni.
