Il cordoglio del Napoli per Bruno Pizzul
Il mondo del calcio italiano è in lutto per la scomparsa di Bruno Pizzul, storico giornalista sportivo, venuto a mancare all’età di 86 anni. Tra le numerose manifestazioni di affetto e ricordo, spicca quella della SSC Napoli. Il club partenopeo ha voluto esprimere il proprio cordoglio attraverso i social media, sottolineando l’importanza della figura di Pizzul nel panorama sportivo italiano. “Il presidente Aurelio De Laurentiis e tutta la SSC Napoli esprimono profondo cordoglio per la scomparsa di Bruno Pizzul, indimenticabile voce dello sport italiano”, si legge nel messaggio pubblicato dal club.
La carriera
Nato a Udine nel 1938, Pizzul iniziò la sua carriera nel mondo del calcio come giocatore. Dopo aver militato nelle giovanili dell’Udinese, divenne centrocampista e giocò in Serie C con il Catania e la Pro Gorizia. Tuttavia, un grave infortunio lo costrinse a interrompere prematuramente la carriera da calciatore.
L’ingresso nel giornalismo sportivo
Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, si avvicinò al giornalismo sportivo. Nel 1968 vinse un concorso della RAI per telecronisti e iniziò la sua carriera da radiocronista prima di passare alla televisione.
La voce della nazionale
Dagli anni ’80 fino al 2002, Pizzul fu il telecronista principale delle partite della Nazionale italiana di calcio, sostituendo Nando Martellini. Durante questi anni raccontò cinque Mondiali (1982, 1986, 1990, 1994 e 1998) e quattro Europei (1984, 1988, 1996 e 2000), diventando un punto di riferimento per i tifosi italiani.
L’eredità di Pizzul nel calcio italiano
Bruno Pizzul non è stato solo un cronista, ma anche un simbolo di un’epoca del calcio italiano. La sua voce ha accompagnato momenti indimenticabili della storia sportiva del nostro paese, contribuendo a creare un legame speciale tra il pubblico e il mondo del calcio. Il suo stile inconfondibile e la sua professionalità hanno lasciato un’impronta indelebile nel cuore di molti appassionati. Il ricordo di Pizzul continuerà a ispirare nuove generazioni di giornalisti sportivi, che guardano a lui come a un modello di dedizione e passione per il proprio lavoro.