Roberto Donadoni ha espresso la sua opinione sulla nomina di Gennaro Gattuso come nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. Ospite di Radio Anch’io Sport su Radio 1, Donadoni ha parlato della sorpresa per la scelta, delle modalità con cui è avvenuto il cambio in panchina e dell’importanza di puntare sui giovani.
Scelta Gattuso: sorpresa e soddisfazione
“Sono contento per Gattuso. Essere ct della Nazionale è una cosa importante e grande per chiunque”, ha detto Donadoni. L’ex ct ha sottolineato come Gattuso non abbia “magari una grandissima esperienza in questi termini, però è una persona collaudata. Conosciamo il temperamento”. Donadoni ha aggiunto: “Quello che fa un po’ riflettere è come sia stato gestito l’ultimo periodo”. Sulla permanenza di Spalletti in panchina senza la sconfitta in Norvegia, Donadoni ha commentato: “Dire così è un po’ riduttivo e brutto. Vuol dire che si è legati solo al risultato. Programmare è una cosa diversa, mi hanno lasciato perplesso le modalità e le tempistiche”. Alla domanda se la scelta di Gattuso ct sia stata una sorpresa, Donadoni ha risposto: “Per certi versi sì. L’immagine che tutti abbiamo del ct rimanda a un profilo un po’ diverso, ad esempio il nome di Ranieri calzava in un certo modo”.
Il ruolo dei giovani e la crescita nei club
Donadoni ha posto l’accento sull’importanza di lavorare sui giovani: “E’ un aspetto importante ma deve partire dai club. Devono dare la possibilità ai giovani di crescere”. Ha citato l’esempio di Yamal: “Ora si parla di Yamal, ma 3-4 anni fa non era certamente questo. Però a 17 anni si ritrova ad aver fatto più di 100 partite col Barcellona. Bisogna avere questo spirito”. Secondo Donadoni, “non è facile trovare giocatori come Yamal, ma in Italia ce ne sono di giovani interessanti. Bisogna avere coraggio, forza e volontà di sopportare questo tipo di scelte”.
Dall’Under 21 alla Nazionale maggiore
Rispondendo a una domanda sui giovani dell’Under 21, Donadoni ha detto: “Penso proprio di sì” riguardo alla possibilità che qualcuno possa fare il salto in Nazionale maggiore. Ha ricordato: “Ricordo anche ai miei tempi quando Vicini era ct dell’Under 21, poi è salito in nazionale maggiore e tanti sono passati in Nazionale A: Vialli, Mancini, Zenga, Ferri, io e tanti altri. Questo deve tornare ad essere il leitmotiv. Se non si lavora così, diventa complicato”.