Tino Anjorin, nuovo centrocampista del Torino, ha parlato ai canali ufficiali del club raccontando le sue prime impressioni sulla città e sulla squadra. Il giocatore ha sottolineato l’accoglienza ricevuta e ha condiviso alcuni dettagli sulla sua famiglia e sul percorso che lo ha portato in granata.
L’accoglienza a Torino
“Torino è una città bellissima, il Toro ha una grande storia: tutti si sono rivelati gentili e accoglienti, mi sento a mio agio qui”, ha dichiarato Anjorin. Il centrocampista ha spiegato di essersi subito ambientato grazie al clima positivo trovato all’interno della società e tra i tifosi. Le sue parole riflettono entusiasmo e soddisfazione per l’inizio di questa nuova avventura in Italia.
Le origini del nome e la passione di famiglia
Anjorin ha raccontato un aneddoto legato al suo nome: “Mi chiamo Tino in onore di Asprilla, era il soprannome di mio papà che faceva il calciatore anche lui e mi hanno chiamato così”. Ha aggiunto che anche suo fratello si chiama Zico, sottolineando come la passione per il calcio sia molto forte nella sua famiglia: “In famiglia andiamo davvero pazzi per il calcio”.
L’esperienza al Chelsea e la crescita personale
Parlando della sua carriera, Anjorin ha voluto ringraziare il padre per il supporto ricevuto: “Ringrazio tanto mio padre, senza i suoi sacrifici non sarei arrivato fino a qui”. Ha poi ricordato il periodo trascorso al Chelsea: “L’esperienza al Chelsea mi è servita tanto: sono migliorato giocando con grandi campioni e con Lampard come allenatore”. Infine, ha sottolineato l’importanza della forza mentale per un calciatore: “Credo che la forza mentale sia fondamentale per chi gioca a calcio perché siamo sempre sotto esame”.