Ryan Murphy, creatore di successi come American Horror Story e Feud, torna con una nuova serie che promette di far discutere. All’s Fair ha debuttato il 4 novembre 2025 su Hulu (e su Disney+ a livello internazionale) e riporta al centro il suo tema prediletto: il potere e le sue zone d’ombra.
Ambientata a Los Angeles, la serie racconta il mondo dei divorzi di lusso, dove la posta in gioco non è solo il denaro, ma il prestigio, la reputazione e l’amore come campo di battaglia.
Una trama tra lusso e vendetta
La storia segue un gruppo di avvocate che abbandonano uno studio dominato dagli uomini per fondarne uno tutto al femminile. Donne intelligenti, feroci e impeccabili, che decidono di riscrivere le regole del gioco e di affrontare i casi di divorzio più chiacchierati d’America.
Al centro della vicenda c’è Allura Grant, interpretata da Kim Kardashian, avvocata di successo che conosce il valore dell’immagine e della potenza mediatica. La sua battaglia non è solo contro gli ex clienti o i rivali professionali, ma contro un sistema che ancora tende a marginalizzare le donne di potere.
Il cast stellare
Accanto alla Kardashian, Murphy ha riunito un cast di altissimo livello: Naomi Watts veste i panni di una collega dallo spirito competitivo, Sarah Paulson interpreta la rivale di uno studio concorrente, mentre Niecy Nash-Betts, Teyana Taylor e Glenn Close completano il team di protagoniste, ognuna con una storia e una ferita personale che emergono episodio dopo episodio.
La coralità femminile è uno dei punti di forza della serie: Murphy gioca con le tensioni, le alleanze e le rivalità di queste donne che si muovono tra aule di tribunale e passerelle di alta moda.
Temi e stile
All’s Fair è un legal drama in apparenza, ma in realtà è un racconto sul potere, sull’identità e sull’immagine. La serie esplora il confine tra giustizia e spettacolo, tra il diritto e l’ossessione per la visibilità. Ogni episodio alterna scene di tribunale a momenti di puro glamour, trasformando la legge in un palcoscenico e la vendetta in arte.
Come spesso accade nei lavori di Murphy, l’estetica è curatissima: luci patinate, ambienti lussuosi e costumi mozzafiato. Ma sotto la superficie scintillante si nasconde un’ironia tagliente, che riflette su come le donne vengano giudicate non solo per ciò che fanno, ma per come appaiono.
Produzione e dietro le quinte
La serie è prodotta da Ryan Murphy Productions e Kris Jenner Productions, con un budget da blockbuster televisivo. Girata tra Los Angeles e New York, conta dieci episodi da circa un’ora ciascuno. Al fianco di Murphy lavorano gli sceneggiatori Jon Robin Baitz e Joe Baken, già collaboratori del produttore in progetti precedenti.
Accoglienza e polemiche
L’uscita di All’s Fair non è passata inosservata. La critica americana ha reagito con toni contrastanti: da un lato l’elogio per la cura visiva e l’energia delle interpreti; dall’altro, accuse di superficialità e di eccessiva enfasi sul glamour. Su Rotten Tomatoes, la serie ha raccolto punteggi bassi, ma anche un seguito crescente tra il pubblico che la considera un “piacere colpevole”.
Molti vedono in All’s Fair un perfetto esempio di “trash elegante”: eccessiva, ma irresistibile. Un universo dove ogni battuta è un’arma e ogni sorriso nasconde un colpo basso.
Il potere delle donne secondo Murphy
Al di là delle critiche, All’s Fair è una dichiarazione d’intenti: raccontare donne che non si scusano per il proprio successo. Kim Kardashian, da simbolo della cultura pop, diventa qui una figura drammatica, specchio del mondo che l’ha creata e spesso giudicata.
Murphy costruisce un universo in cui la femminilità è potere, ma anche trappola. Le protagoniste di All’s Fair combattono per affermarsi non solo nei tribunali, ma nella società, ricordando che – come recita il titolo – “in amore e in guerra, tutto è lecito”.
