Temptation Island 2025, Roberta Bruzzone: “Un grido d’allarme evolutivo”

L'edizione 2025 di Temptation Island ha registrato ascolti senza precedenti, ma ha sollevato critiche riguardo ai modelli relazionali proposti.

L’edizione 2025 di “Temptation Island” ha concluso la sua corsa con ascolti da record, confermandosi come uno degli show più seguiti dell’estate. Tuttavia, il programma ha suscitato dibattiti riguardo ai modelli relazionali presentati, con la criminologa Roberta Bruzzone che ha espresso preoccupazioni in merito.

Ascolti da record per Temptation Island 2025

Prodotto dalla Fascino di Maria De Filippi e condotto da Filippo Bisciglia, “Temptation Island 2025” ha registrato una media del 29,9% di share, con 3.853.000 telespettatori. La finale del 31 luglio ha raggiunto 4.601.000 spettatori e il 32,9% di share. Particolarmente significativo è stato il successo tra i giovani, con uno share del 51,11% nella fascia 15-34 anni. 

Roberta Bruzzone critica i modelli relazionali proposti

La criminologa e opinionista Roberta Bruzzone ha espresso preoccupazioni riguardo ai modelli relazionali trasmessi dal programma. In un post su Facebook, ha definito il reality “un grido d’allarme evolutivo”, sottolineando come alcuni comportamenti mostrati possano influenzare negativamente le nuove generazioni. Bruzzone ha anche proposto l’idea di una “patente genitoriale obbligatoria” per affrontare il vuoto di valori evidenziato. 

Il post al vetriolo: “Manuale per selezionare chi non dovrebbe riprodursi”

L’affondo della criminologa è iniziato con una frase provocatoria quanto diretta:

“Temptation Island, ovvero un manuale pratico per selezionare soggetti con cui non mettere al mondo figli”.

Nel post, Roberta Bruzzone ha ammesso di non aver mai guardato un’intera puntata del programma, ma di essersi più volte imbattuta nei suoi contenuti tramite i reel diffusi sui social. È bastato questo, secondo lei, per cogliere la portata “devastante” di ciò che viene trasmesso:

“Credo sia giunto il momento di affrontare la vera emergenza sociale del nostro tempo: l’assenza di una patente genitoriale obbligatoria”.

Il punto centrale della critica si rivolge alla superficialità e all’inconsistenza delle relazioni rappresentate nel programma, in cui — secondo Bruzzone — il rispetto reciproco è ridotto a concetti vuoti, espressi da persone che dimostrano una “profondità emotiva pari a quella di una pozzanghera”.

Attacco alle coppie e ai valori promossi

L’analisi della criminologa non si ferma alla forma, ma colpisce anche il contenuto. Le coppie protagoniste vengono descritte come esempi sbagliati da seguire, incapaci di distinguere tra l’amore autentico e la ricerca costante di attenzione mediatica:

“Coppie che confondono il concetto di relazione stabile con una sessione continua di reality show emotivo”.

Secondo Bruzzone, i protagonisti del programma sembrano più impegnati a “collezionare like” che a costruire legami sani e duraturi.

“La vera tragedia non è il tradimento con la single bionda in piscina o con il nerboruto di turno. La vera tragedia è far crescere una nuova generazione educata da chi pensa che l’amore si misuri in base alla popolarità social del proprio pianto a favore di telecamera”.

Il messaggio è chiaro: Temptation Island non rappresenta solo un intrattenimento leggero e vacanziero, ma veicola modelli relazionali e comportamentali che, per Bruzzone, mettono a rischio la salute emotiva e sociale delle nuove generazioni.

Un post che divide: applausi e critiche

Il commento ha raccolto centinaia di reazioni nel giro di poche ore. Tra i follower di Roberta Bruzzone, molti hanno applaudito la sua franchezza e condiviso le sue preoccupazioni:
“Grande dottoressa!”, “Sempre sul pezzo”, “Analisi perfetta”, si legge tra i commenti.

Ma non sono mancate le voci critiche. Alcuni utenti hanno sottolineato che la stessa Bruzzone, nel corso della sua carriera, ha preso parte a programmi di intrattenimento generalista, tra cui Buona Domenica e Ballando con le Stelle. Altri le rimproverano il tono eccessivamente elitario e poco costruttivo.

Ciononostante, l’opinionista ha risposto con fermezza, precisando di non voler giudicare le persone coinvolte sul piano individuale, ma di volere aprire un dibattito più ampio su ciò che la televisione trasmette e normalizza.

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