Stefano Accorsi: «Vostro Onore? Serie tv ad alta tensione con rapporto padre-figlio al centro»

Stefano Accorsi è intervenuto a Radio Kiss Kiss per presentare la serie tv "Vostro Onore" che lo vede protagonista.

Questa mattina in Good Morning Kiss Kiss è intervenuto l'attore Stefano Accorsi, che questa sera debutterà in prima serata su Rai 1 con la serie tv "Vostro Onore".

Ci puoi anticipare qualcosa della serie tv "Vostro Onore"?
«Vi racconto qualcosina dell'inizio della serie: Vittorio è un magistrato che, prima come Pubblico Ministero e poi come Giudice, è molto dedito al suo lavoro e alla giustizia, tanto che ha sempre trascurato un po' la famiglia. Suo figlio adolescente fa un incidente con la macchina, investe un motociclista e non lo soccorre. Quando il padre lo scopre gli dice che deve costituirsi, così vanno in commissariato. Quando Vittorio sta per raccontare tutto scopre per caso che il motociclista investito fa parte di una gang che lui stesso, come PM, aveva sgominato. Quindi pensa che, se il figlio fosse andato in prigione e lì avesse trovato un altro membro della gang, lo avrebbero ammazzato. Il suo istinto, potente, arcaico, prevale su tutto ciò in cui crede e che ha costruito nella vita e decide di mentire. Così inizia a nascondere le prove, ma la situazione si complica sempre di più. È sicuramente una serie ad alta tensione, anche se il cuore narrativo è proprio il rapporto padre-figlio. Questo aspetto non appartiene né alla serie originale israeliana né a quella americana, ma è un adattamento dei nostri sceneggiatori che hanno portato la storia nella nostra Italia in cui i rapporti familiari sono al centro.»

ph Francesca Cassaro

Ti ritrovi nel personaggio di Vittorio, disposto a tutto per le persone che ama?
«Me lo sono chiesto, ma la verità si scopre solo quando ci si trova in certe situazioni. Però, se si tratta di preservare la vita di tuo figlio, credo che nessuno abbia dei dubbi.»

Tra le tue interpretazioni, ce n'è stata una in cui hai rischiato di perderti?
«No, però, quando si ha poca esperienza, si entra molto in un personaggio. Mi ricordo, per esempio, il periodo delle riprese per "Radiofreccia", che è stato molto coinvolgente. Eravamo a Correggio, con Luciano Ligabue, nel suo paese, e vivevamo una vita parallela a 360°. Devo dire che eravamo totalmente immersi ed è stata una bella parentesi. Quando esperienze così totalizzanti e coinvolgenti finiscono, ti può dispiacere, ma più si va avanti nella carriera più ci si esercita anche ad entrare e ad uscire dalle situazioni.»

Qual è il tuo rapporto con la radio?
«Mi piace moltissimo, la ascolto con le applicazioni. Ascolto la rassegna stampa tutte le mattine, ma anche la musica e alcune trasmissioni che tengono compagnia e fanno sorridere. La radio è veramente un mezzo che mi piace tantissimo.»




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