Arnaldo Pomodoro, uno dei più grandi scultori contemporanei italiani, è morto all’età di 99 anni nella sua casa di Milano. Nato il 23 giugno 1926 a Morciano di Romagna, Pomodoro è celebre per le sue monumentali sfere di bronzo, simboli di un’arte che ha saputo coniugare forma e contenuto in modo innovativo.
Una carriera tra innovazione e riconoscimenti
Dopo aver studiato come geometra, Pomodoro ha intrapreso la carriera artistica dedicandosi inizialmente alla scenografia e all’oreficeria. Negli anni ’60, ha sviluppato un linguaggio scultoreo unico, caratterizzato da forme geometriche perfette che si aprono per rivelare complessi meccanismi interni. Le sue opere sono esposte in numerose città del mondo, tra cui Roma, Milano, New York e Los Angeles. Nel 1990, ha ricevuto il prestigioso Praemium Imperiale dalla Japan Art Association per la scultura.
Le iconiche sfere di bronzo
Le sfere di Pomodoro, realizzate principalmente in bronzo, sono tra le sue opere più riconoscibili. Queste sculture presentano superfici esterne lisce e levigate che si aprono per rivelare intricati ingranaggi interni, creando un contrasto tra l’esterno e l’interno, il visibile e l’invisibile. Tra le più celebri, la “Sfera con sfera” esposta nel piazzale delle Nazioni Unite a New York e quella situata nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani.
Un’eredità artistica senza tempo
Oltre alle sue sculture, Pomodoro ha lasciato un’importante eredità nel campo dell’insegnamento, avendo tenuto corsi in diverse università statunitensi, tra cui Stanford e Berkeley. Ha inoltre diretto il “Centro TAM” (Trattamento Artistico dei Metalli) per la formazione dei giovani artisti. La sua opera continua a influenzare generazioni di artisti e a essere oggetto di studio e ammirazione in tutto il mondo.