Sanremo: l’esibizione di Lucio Corsi con “Volevo essere un duro”: Testo e significato della canzone

Prima volta a Sanremo 2025 per Lucio Corsi

Lucio Corsi ha portato a Sanremo una delle esibizioni più originali e ricche di spunti riflessivi della sua carriera con il brano “Volevo essere un duro”. Il suo stile, che mescola cantautorato e sonorità alternative, ha saputo conquistare il pubblico con una performance carica di ironia e introspezione. Sul palco dell’Ariston, Corsi ha presentato una canzone che non ha paura di raccontare il lato più fragile e umano della sua esperienza, pur mantenendo una scrittura tagliente e critica. La sua interpretazione è stata al contempo lieve e profonda, un gioco di contrasti che ha reso il brano davvero interessante da ascoltare.

Il significato di “Volevo essere un duro”

“Volevo essere un duro” è una riflessione sulla difficoltà di aderire a certi modelli di forza e di durezza che spesso la società impone, specialmente nei confronti degli uomini. La canzone è una sorta di autoironia, in cui Lucio Corsi confessa il desiderio, ma anche l’impossibilità, di essere “duro”, cioè di aderire a un ideale di mascolinità robusta e imperturbabile. Il testo esplora l’incapacità di vivere secondo questi canoni e la disillusione che nasce dal fatto di non riuscire a essere qualcuno che non si è. Ma, al tempo stesso, c’è una sorta di liberazione, un’accettazione della propria vulnerabilità e una consapevolezza che, forse, essere “duri” non è l’unica via per trovare la propria forza. Il significato della canzone si intreccia con una riflessione sui ruoli e sulle aspettative sociali. Corsi sembra dire che non c’è nulla di male nell’essere fragili, nel mostrare la propria umanità, e che il vero coraggio sta nell’affrontare le proprie emozioni senza maschere. “Volevo essere un duro” diventa così un inno alla sincerità e all’autenticità, un invito a non rinunciare alla propria essenza per conformarsi a modelli precostituiti. Lucio Corsi, con la sua scrittura ironica ma anche malinconica, ci ricorda che la vera forza sta nel saper essere vulnerabili, nel riconoscere che non dobbiamo essere “duri” per essere completi.

Il testo di “Volevo essere un duro”

Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro
Un robot
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oro
Però non sono nessuno
Non sono nato con la faccia da duro
Ho anche paura del buio
Se faccio a botte le prendo
Così mi truccano gli occhi di nero
Ma non ho mai perso tempo
È lui che mi ha lasciato indietro
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro no
Un robot
Medaglia d’oro di sputo
Lo scippatore che t’aspetta nel buio
Il Re di Porta Portese
La gazza ladra che ti ruba la fede
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Cintura bianca di Judo
Invece che una stella uno starnuto
I girasoli con gli occhiali mi hanno detto
“Stai attento alla luce”
E che le lune senza buche
Sono fregature
Perché in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paure
Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Non sono altro che Lucio

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