Marina La Rosa, la celebre “Gatta morta” della prima storica edizione del Grande Fratello del 2000, ha raccontato, in un’intervista a Bianca Berlinguer, il lato oscuro del suo successo post-reality. Se da un lato il programma le ha regalato una fama immediata e guadagni incredibili, dall’altro le ha lasciato un’inquietudine difficile da spiegare.
Con il soprannome di “Gatta morta”, Marina arrivò seconda nella prima edizione, che lanciò anche personaggi come Rocco Casalino e Pietro Taricone. Fu un periodo in cui gli italiani, affascinati dalla novità del reality, la cercavano ovunque. Discoteche e locali la pagavano profumatamente per presenziare: 50 milioni di lire per stare seduta su un divano, 100 milioni a Capodanno. «Ero molto ricca», ammette oggi, ma quel denaro non le dava la felicità che si sarebbe aspettata.
«Il problema – confessa La Rosa – è che tornavo in albergo e mi sentivo vuota. Guadanavo tutti quei soldi senza aver avuto alcun merito. Non avevo fatto nulla per meritarmeli, e questo mi creava un senso di disconnessione», ha spiegato. Nonostante la ricchezza, Marina non ha mai considerato quei guadagni come una benedizione, ma piuttosto come qualcosa di effimero, senza valore.
«Ho sempre pensato che i soldi vanno condivisi, anche con chi ha meno. Li ho spesi tutti per amici e famiglia, per chi aveva bisogno», racconta. Non amava il lusso sfrenato, e infatti ha rifiutato di sperperare in eccessi: «Se qualcuno compra una bottiglia da 9.000 euro, gli darei una bottigliata in testa. Sono cifre folli».
Marina La Rosa non si è mai montata la testa. Anzi, ha continuato a vivere una vita semplice, condividendo il suo benessere con chi le stava vicino. Oggi, a 48 anni, è tornata al Grande Fratello come psicologa, ma senza rimpiangere quei guadagni facili, che le hanno insegnato più sulla vita che sulla ricchezza.
