Dopo una settimana di sospensione, la Disney ha deciso di rimettere in onda il “Jimmy Kimmel Live!”, suscitando dibattiti sulla libertà di espressione e sulle pressioni politiche.
La sospensione e le polemiche
Il 17 settembre, la Disney aveva sospeso il “Jimmy Kimmel Live!” a seguito di commenti del conduttore riguardo alla morte di Charlie Kirk, attivista di estrema destra. Kimmel aveva suggerito che l’assassino di Kirk fosse legato al movimento MAGA, scatenando reazioni da parte della Federal Communications Commission (FCC) e del presidente Donald Trump. Il presidente della FCC, Brendan Carr, aveva definito le dichiarazioni di Kimmel come parte di “uno sforzo concertato per mentire al popolo americano” e aveva minacciato possibili revoche delle licenze televisive.
La reazione del mondo dello spettacolo
La sospensione dello show ha provocato una forte reazione nel mondo dello spettacolo. Oltre 400 personalità, tra cui Robert De Niro, Tom Hanks e Meryl Streep, hanno firmato una lettera aperta in difesa della libertà di espressione, paragonando la situazione attuale al maccartismo degli anni ’50. Nella lettera si legge: “Indipendentemente dalla nostra affiliazione politica, o dal fatto che partecipiamo o meno alla politica, tutti noi amiamo il nostro Paese. Condividiamo la convinzione che chi è al potere non debba mai mettere a tacere le nostre voci, perché se succede a uno di noi, succede a tutti noi”.
La decisione della Disney
Dopo giorni di negoziati e polemiche, la Disney ha deciso di riportare in onda lo show a partire dal 23 settembre. In una dichiarazione, l’azienda ha affermato: “Avevamo preso quella decisione (la sospensione, ndr) ritenendo che alcuni commenti fossero intempestivi e quindi insensibili. Negli ultimi giorni abbiamo avuto conversazioni approfondite con Jimmy e, dopo tali confronti, abbiamo deciso di riportare in onda lo show domani”.
La decisione di sospendere e poi ripristinare lo show ha sollevato interrogativi sul ruolo delle aziende mediatiche nella gestione delle pressioni politiche e sulla tutela della libertà di espressione negli Stati Uniti.
