Un innovativo sistema tecnologico consente a una leggendaria discoteca di Glasgow di riscaldare o rinfrescare l’ambiente grazie al calore corporeo del suo pubblico. Si tratta di un progetto nato per fronteggiare la crisi energetica nel Paese.
L’SWG3 di Glasgow, in Scozia, è uno dei locali notturni più conosciuti della città e uno dei night club più frequentati dalla movida scozzese. Ogni anno ospita 250mila persone tra musica, dj set, eventi e concerti di vario tipo.
Lo scorso 6 ottobre nel locale è stato pubblicamente inaugurato un particolare sistema capace di immagazzinare il calore corporeo prodotto dalle persone in pista e riutilizzarlo per riscaldare o rinfrescare l’ambiente: i proprietari della discoteca stimano che il nuovo impianto contribuirà a ridurre i consumi del locale e a raggiungere le cosiddette emissioni zero entro i prossimi anni.
Il sistema si chiama Bodyheat ed è stato realizzato nell‘arco di tre anni dalla TownRock Energy, una rinomata società di consulenza con sede a Edimburgo, specializzata nel settore dell’energia geotermica.
Più nello specifico, l’impianto funziona in questo modo: l’energia termica emanata dai frequentatori del locale viene catturata e accumulata in una serie di lunghi serbatoi che vanno a comporre un’enorme batteria termica e che si trovano a circa 200 metri di profondità. Questa viene poi trasferita a delle pompe di calore che regolano la temperatura dell’aria nel locale, rinfrescando (d’estate) o riscaldando (d’inverno) l’ambiente.
Così procedendo non soltanto si rivoluziona l’impianto di riscaldamento del locale, ma si riducono le sue emissioni di anidride carbonica di 70 tonnellate l’anno.
Come ha dichiarato a BBC News Il fondatore della TownRock Energy David Townsend: “Quando inizi a ballare, a ritmo medio su brani, che so, dei Rolling Stones o qualcosa del genere, potresti generare 250 W. Ma se hai un dl che pompa le linee di basso e fa saltare tutti, ognuno di noi può generare 500-600 W di energia termica”.
In merito al progetto, si sono espressi anche i proprietari dell’SWG3: “Se riusciamo a farlo funzionare qui in questo ambiente, non c’è motivo per cui non possiamo portarlo in altre sedi, non solo qui in Scozia e nel Regno Unito, in tutta Europa e oltre”.