Irene Grandi torna a raccontarsi con sincerità e una nuova consapevolezza. Dopo sei anni di silenzio discografico, la cantante fiorentina pubblica il suo nuovo album Oro e rosa, un progetto che – come i colori del titolo – unisce il tramonto e l’alba, la fine e il nuovo inizio. Un disco che nasce da un periodo di profonde trasformazioni personali e artistiche, segnato da separazioni, cambiamenti e rinascite.
“È stato un momento di vuoto, l’ho descritto perché l’ho vissuto. E di grande trasformazione”, ha spiegato Grandi al Corriere della Sera. “È iniziato nel 2020, col Covid: sono cambiate alcune cose, alcune priorità, alcune persone che erano punti di riferimento e con cui abbiamo deciso di prendere strade nuove e di separarci. Ci sono state delle rotture, anche nella mia vita personale. Ho cambiato agenzia, manager, direttore musicale… Quest’anno ho pure cambiato casa: anche quello è un simbolo. Nel disco c’è un pezzo che appunto si chiama Traslochi dell’anima.”
Un viaggio interiore tra rotture e rinascite
Oro e rosa nasce da un desiderio di esplorare il confine sottile tra la fine e la rinascita, il momento sospeso “in cui tutto sta per succedere”. “C’era il desiderio di ricerca di quel momento sospeso tra la fine di qualcosa e la nascita di qualcos’altro. È il momento del seme che contiene già la vita, ma è in potenza. Ho voluto raccontare quell’attimo in cui tutto sta per succedere, che è difficile perché è un momento di vuoto”, ha raccontato la cantante.
Tra i brani più attesi dell’album c’è la collaborazione con Carmen Consoli, una canzone che rimanda al viaggio di Thelma & Louise: “Il viaggio è l’emblema della trasformazione. Io ho viaggiato molto da sola negli ultimi anni: dovevo andare d’accordo con me, e non sempre è facile. Mi piaceva l’idea di trovare una compagna come Carmen, che ha lavorato molto sulla sua libertà espressiva. Amo questo incoraggiamento tra due donne che si sentono un po’ diverse, non nella via principale dove stanno tutti, ma che provano a fare strade secondarie e a trovare la loro via in modo più fantasioso.”
La critica a Sanremo: “È diventato un contenitore televisivo”
Irene Grandi non sarà sul palco dell’Ariston quest’anno, e la sua scelta è accompagnata da una riflessione netta sul significato che Sanremo ha assunto negli ultimi tempi. “Visto che il disco ha avuto una gestazione lunga, inframezzata dal tour di Fiera di me, ho preferito raccogliere quello che avevo costruito senza dare a Sanremo tutto il potere, perché il festival spazza via tutto. Però non è che lo escluda in futuro.”
La cantante, che ha partecipato più volte al Festival, non risparmia una critica alla direzione che la manifestazione ha preso negli ultimi anni: “Bruci la città, uno dei miei più grandi successi, fu scartato a Sanremo. Con quella vincevo, perché era avanti! Sanremo ultimamente mi sembra più un contenitore televisivo che di musica. Le canzoni devono stare bene una con l’altra per creare un grande show unico, ma noi musicisti non siamo tutti uguali. C’è omologazione, sia nella scelta sia nella produzione. Anche quelli come me fanno canzoni da ragazzi: non sono loro che portano la loro musica, ma è Sanremo che li condiziona.”
Tra passato e futuro
Con Oro e rosa, Irene Grandi torna con la forza di chi ha attraversato un cambiamento profondo e ne ha fatto materia viva per la propria arte. La sua voce, sempre riconoscibile, racconta oggi la maturità di un’artista che ha imparato a stare nel silenzio e a trasformarlo in melodia.
Tra le righe dei suoi testi e nelle sfumature dei nuovi suoni, Irene Grandi conferma la sua natura inquieta e curiosa: una cantautrice che non ha paura di cambiare strada, anche quando quella principale sembra la più facile da percorrere.
