Il giornalista Giampiero Mughini ha recentemente condiviso le difficoltà che sta affrontando a causa di una rara malattia e delle conseguenti problematiche economiche. Questa situazione lo ha portato alla dolorosa decisione di vendere una parte significativa della sua vasta collezione di libri.
Una malattia rara e l’allontanamento dalla televisione
In una toccante intervista rilasciata al programma La volta buona, Giampiero Mughini ha raccontato con sincerità e amarezza un periodo particolarmente difficile della sua vita, segnato da una malattia rara che lo ha profondamente debilitato. “Non sono pronto per le Olimpiadi. Sono stato malaccio, perché ho beccato una malattia rarissima che mi ha buttato giù…”, ha dichiarato il giornalista e opinionista, lasciando trasparire tutta la fragilità vissuta durante quei mesi.
Nonostante una graduale ripresa delle forze, Mughini ha evidenziato come questa esperienza lo abbia portato anche a una presa di coscienza sul piano umano e relazionale. In particolare, ha espresso delusione per il silenzio calato intorno a lui nel momento del bisogno. “Per un anno e mezzo non mi ha più chiamato nessuno. Amici stretti… mai più sentiti. Nessuno mi ha chiamato nemmeno per chiedermi come stessi”, ha raccontato con un velo di amarezza.
Le sue parole hanno acceso un riflettore su un tema spesso sottovalutato: la solitudine che può accompagnare la malattia, anche per chi, come lui, è sempre stato sotto i riflettori del mondo televisivo e culturale. Un racconto che, al di là della vicenda personale, invita a riflettere sull’importanza della presenza e del sostegno umano, soprattutto quando i riflettori si spengono.
Difficoltà economiche e la vendita della collezione di libri
Le conseguenze della malattia si sono estese anche all’ambito professionale ed economico. Mughini ha dichiarato: “Non c’è più nessuno che mi proponga un lavoro. Da quando sono stato male, hanno smesso tutti di chiamarmi”. Questa situazione lo ha costretto a mettere in vendita una parte della sua preziosa collezione di libri, composta da circa 20-25 mila volumi, tra cui prime edizioni rare di autori come Pavese, Calvino, Campana, Gadda, Sciascia, Fenoglio, Pirandello, Bassani, Moravia, Bianciardi, Montale e Ungaretti.
Il valore affettivo della collezione e il futuro incerto
La decisione di vendere i libri non è stata presa a cuor leggero. Mughini ha sempre considerato la sua collezione come un tesoro personale, frutto di una vita dedicata alla cultura e alla letteratura. Nonostante le difficoltà, ha espresso il desiderio di mantenere alcuni volumi particolarmente cari: “Non posso separarmi da Umberto Saba, per esempio, Trieste per me è una città particolare, ci ho scritto un libro”. Il futuro rimane incerto, ma Mughini affronta la situazione con la determinazione che lo ha sempre contraddistinto.