Fallout, stagione 2: l’orrore nascosto del Vault 24 viene finalmente rivelato

La seconda stagione di Fallout debutta svelando il destino del Vault 24, un mistero storico di New Vegas, trasformandolo in uno degli episodi più cupi e disturbanti della saga, tra esperimenti di controllo mentale e nuove ombre sul passato del padre di Lucy.

La seconda stagione di Fallout non perde tempo e, fin dal primo episodio, affonda le mani in uno dei misteri più longevi e discussi dell’intera saga videoludica. La serie di Amazon Prime Video riporta infatti alla luce il Vault 24, un luogo mai realmente esplorabile in Fallout: New Vegas e per anni rimasto sospeso tra voci, teorie e materiali incompiuti. Il risultato è una rivelazione che ha colto di sorpresa anche i fan più preparati.

Il ritorno di un rifugio fantasma

Nel gioco sviluppato da Obsidian Entertainment, il Vault 24 era poco più di un’ombra: accessibile solo tramite comandi di console, privo di una struttura narrativa definita e senza spiegazioni ufficiali sull’esperimento condotto al suo interno. Proprio questo vuoto aveva alimentato, nel tempo, un fitto sottobosco di ipotesi e interpretazioni da parte della community.

La serie televisiva sceglie di colmare quel silenzio e lo fa con decisione. Nel primo episodio della seconda stagione, Lucy e il Ghoul si imbattono in quello che resta del rifugio, trovandosi davanti a una scena di rara crudeltà: corpi senza vita legati a sedie, schermi che trasmettono incessantemente messaggi di propaganda e un’atmosfera che rasenta l’orrore puro.

L’esperimento del Vault 24

La spiegazione arriva poco dopo ed è tanto inquietante quanto coerente con l’universo di Fallout. Gli abitanti del rifugio erano cavie di un esperimento di controllo mentale basato su impianti cerebrali, progettati per riplasmare ideologicamente cittadini statunitensi attraverso una massiccia opera di indottrinamento. Una provocazione estrema, che gioca con la satira politica e sociale tipica del franchise, spingendola però verso territori ancora più disturbanti.

Trattandosi di una serie ufficialmente canon, realizzata con il coinvolgimento diretto dei responsabili della saga, questa versione degli eventi può essere considerata definitiva. Non solo viene chiarito il destino del Vault 24, ma si aggiunge un nuovo tassello alla lunga lista degli esperimenti disumani orchestrati da Vault-Tec.

Il legame con Hank e le nuove ombre sulla storia

L’episodio non si limita a risolvere un enigma del passato. Emergono infatti indizi importanti su Hank, il padre di Lucy, confermando che è passato dal Vault 24 prima di lei con l’obiettivo di sottrarre la tecnologia di controllo mentale. Il suo passaggio è segnato da una sequenza particolarmente angosciante, in cui uno dei prigionieri, ormai privo di volontà, ripete ossessivamente un avvertimento fino a un epilogo violento e scioccante.

Questa rivelazione apre nuovi interrogativi e spinge la narrazione verso una dimensione ancora più cupa. La ricerca di Lucy non è più soltanto personale, ma diventa il filo conduttore per esplorare il lato più oscuro del mondo post-apocalittico di Fallout.

Un inizio che alza l’asticella

Con questo esordio, la seconda stagione dimostra di voler osare, recuperando elementi dimenticati e trasformandoli in snodi centrali del racconto. Il Vault 24 non è più solo una curiosità per appassionati, ma un simbolo della follia sistematica che permea l’universo della serie.

Se questo è solo l’inizio, è lecito aspettarsi un percorso narrativo ancora più spietato e ambizioso rispetto alla prima stagione. La domanda resta aperta: Fallout riuscirà davvero a superare se stessa? I prossimi episodi avranno il compito di dare una risposta.

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