La Spagna ha annunciato che si ritirerà dall’Eurovision Song Contest 2026 se Israele sarà ammesso alla competizione. Questa decisione è stata presa dal Consiglio di amministrazione della Radiotelevisione pubblica spagnola (RTVE) con 10 voti a favore, 4 contrari e 1 astenuto. La Spagna si unisce così a Paesi Bassi, Slovenia, Islanda e Irlanda nel boicottare l’evento in segno di protesta per il conflitto in corso a Gaza.
La decisione di RTVE e il contesto internazionale
Il presidente di RTVE, José Pablo López, ha proposto il ritiro della Spagna dall’Eurovision 2026 se Israele parteciperà. La proposta è stata approvata dal Consiglio di amministrazione con una maggioranza di 10 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto. Questa mossa segue le decisioni di altri paesi come Paesi Bassi, Slovenia, Islanda e Irlanda, che hanno già annunciato il loro boicottaggio dell’evento per protestare contro la partecipazione di Israele, in risposta al conflitto in corso a Gaza.
Implicazioni per l’Eurovision e la posizione dell’EBU
La Spagna è il primo dei “Big Five”—i paesi che contribuiscono maggiormente finanziariamente all’Eurovision e che si qualificano automaticamente per la finale, insieme a Regno Unito, Germania, Italia e Francia—a minacciare il ritiro. Questa decisione aumenta la pressione sull’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), l’organizzatore dell’evento, che ha finora mantenuto una politica di neutralità politica. Tuttavia, l’esclusione della Russia nel 2022 dopo l’invasione dell’Ucraina ha creato un precedente che alcuni paesi ora citano nel chiedere l’esclusione di Israele.
Reazioni e prossimi passi
Il ministro della Cultura spagnolo, Ernest Urtasun, ha sostenuto la decisione di RTVE, affermando che gli eventi culturali non dovrebbero servire a “sbiancare genocidi”. Anche il partito Sumar ha lanciato una campagna di raccolta firme per chiedere l’espulsione di Israele dall’Eurovision, raccogliendo un ampio sostegno pubblico. L’EBU ha dichiarato di essere in consultazione con i suoi membri per affrontare le tensioni geopolitiche e ha fissato una scadenza a metà dicembre per le decisioni sulla partecipazione.